lunedì 4 ottobre 2010

Dita frementi

Oggi al supermercato, due signore in coda alla cassa parlavano del più e del meno. In particolare, una diceva all’altra: “ Se la prossima estate sento ancora qualcuno che si lamenta del caldo…”. Fuori stava piovendo a dirotto, ed evidentemente questa signora, come me, non credo sia un'amante della stagione in corso. Sono discorsi da fila alle casse, da viaggi lunghissimi all’interno di scompartimenti, ma in effetti si è un po’ avvezzi a lamentarsi sempre, di tutto e di tutti. Ed io sono un lamentoso doc, non mi tiro certo fuori dal coro. Però, non credo di aver mai provato alcun senso di fastidio nell’indossare bermuda, t-shirt e ciabatte. Mi sono sentito coinvolto e partecipe dal dialogo delle due “sciure” perché, fino a qualche giorno fa ( e il blog mi è testimone ) ho evidenziato quella che è la principale caratteristica della nostra casa, intesa come focolare domestico: il caos, il rumore e via dicendo. Beh, i miei genitori sono partiti per la Puglia per salutare mio zio che ci ha lasciati, io lo farò in un secondo ( ma molto prossimo ) momento. E cosa posso dire al riguardo: che il silenzio che ora pervade questi pochi metri quadri è anche piuttosto imbarazzante. Non nego, non posso evitare di negare che, da egoista, questo silenzio mi fa bene; e fa bene alla mia concentrazione, ai miei neuroni che in questi prossimi quindici giorni devono produrre qualcosa di buono. Ma, in fondo in fondo, la sensazione che provo è strana. La cena non è più la cena, mi mancano alla fine certi tipi di discorsi. E allora, sarete voi a rimbrottarmi alla prossima nenia lamentosa riguardo al putiferio che solitamente qui a casa, domina. Non ho fatto finta di nulla, ho lasciato alla fine di questo articolo alcune considerazioni che ritengo più che doverose. La prima riguarda il mio ritorno sul blog. “Ma quale ritorno, direte voi”! E ne avete ragione, visto che ho “saltato” solo un giorno di pubblicazione. Beh, al sottoscritto è sembrata un’eternità e comincio a preoccuparmi di questa incapacità di trattenere un po’ le dita . E poi, un sentito grazie a tutte quelle persone (di cui non faccio nomi per imparzialità, tanto sanno che a loro mi sto riferendo ) che con un sms, con il loro commento qui, con un messaggio su Facebook hanno saputo darmi tutto quello che un amico può dare. A volte mi sento giù, a volte mi sembra di gestire tutto alla perfezione, a volte mi sento arrabbiato, incazzato. Capita se penso a quanto sia bella la vita ed altrettanto schifosa la morte. Capita se penso ad una bella frase che mi ha “regalato” un’amica: “ L'unica persona che prova profondo interesse per noi stessi siamo noi stessi.” Cruda, ma vera. Eventi di un certo tipo, esaltano la nostra forza, rafforzano la considerazione ( positiva o negativa) che abbiamo degli altri, fugano gran parte dei nostri dubbi. Sono tornato, e si sente.

3 commenti:

  1. Hai fatto benissimo a tornare:)!
    in fondo scrivere è anche un po' una cura,uno sfogo che poi ci fa stare meglio..
    anche il silenzio fa bene,è prezioso..
    non sentirti né egoista né lamentoso..non lo sei!

    Michi

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  2. Grazie Michi, scrivere per me è una boccata d'ossigeno, un bel sospiro di sollievo. Grazie ancora di leggermi!
    Buona giornata,
    Enzo

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  3. Siamo esseri umani imperfetti, pieni di contraddizioni ed è forse questo che ci rende unici e speciali.

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