Ieri mi è capitato di ascoltare un astrologo in Tv. E’ il solito astrologo, quello che si guadagna il pane passando da un canale all’altro e dicendo poi sempre le stesse cose, ogni giorno, ogni mese, ogni anno. Non ci vuole molto a predire il futuro, siamo capaci tutti, basta avere fantasia e buona dialettica. Il tipo, soffermandosi sul mio segno zodiacale ( Vergine n.d.r. ) lo classificava tra quelli “a cinque stelle” (?); diceva che i nati sotto questo segno stanno attraversando un periodo denso di emozioni forti e che, nonostante ciò, affrontano il tutto con impensabile equilibrio, soprattutto emotivo. Lo ascoltavo e pensavo che, in fondo, molte delle cose che diceva, tornano. E’ stato fortunato questa volta, gli è andata bene e ci ha preso. Se mi fossi trovato in quello studio televisivo mi sarei persino complimentato con lui. Nonostante la cronica ipercriticità verso me stesso, posso dire di essere soddisfatto di come sto agendo. Intorno alla perdita di un caro ruota tutto un vortice di emozioni, che nel mio caso avvolge e travolge alcuni membri della mia famiglia, mia madre su tutti. Lei è incontenibile, non riesce a trattenere nemmeno un briciolo di controllo e la capisco. Per un attimo mi sono sentito un verme quando, nei giorni più convulsi, l’avevo pregata di non caricarsi troppo a livello emotivo, di provare a gestire un po’ le sue reazioni. Non lo facevo con l’intenzione di impedirle di soffrire: lei si annulla totalmente, lei viene sempre dopo di tutto. Nel vederla così, probabilmente, ho rivisto me. Perché so che anch’io sono di tal fatta, è solo che ho appreso qualche piccola tecnica di autocontrollo. Allora mi sono chiesto se sto diventando troppo freddo, quasi per certi versi glaciale. Non credo, soffro egualmente, lo esterno meno. Ora che mia madre è là , vicina ai suoi cari, so che in un certo senso è più rilassata; la distanza è una maledizione, non credo affatto al detto che la distanza rafforza i legami. E’ una bufala colossale. Io, non riesco a rinunciare alla mia natura e così, quasi giornalmente, ora che non c’è, mi sostituisco a mia madre, prendo il telefono e parlo un po’ con mia zia. So che non mi sfianca farlo, perché il mio approccio è diverso da quello di mamma, e allora cerco di darle conforto. Insomma, come si fa a rinunciare a ciò che si è? Riesco a pensare che facendo leva su tutto quello che ho in termini di testa e di autocontrollo, posso affrontare tutto, anche da solo. Si si, avevi ragione, caro astrologo dei miei stivali: mi tocca riconoscerlo.
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