giovedì 17 novembre 2011

Nebbia

M
amma mia, quattro giorni che non scrivo nulla. Non mi accorgo del tempo che passa tanto è (sempre più) frenetica la vita che conduco. Sia bene inteso, parlo di quella “vita” che non ha niente a che vedere con la realtà. Il lavoro non è vita, ne fa solo parte; salvo casi eccezionali ( come il mio ) in cui, vuoi per l’incapacità del soggetto, vuoi per cause di forza maggiore, quelle 8 ore finiscono per rompere gli argini dell’ufficio e maledettamente ti costringono ad uno straordinario non voluto. La nebbia. Voglio parlare di lei perché con lei mi alzo e con lei mi addormento la sera da almeno una settimana. Nebbia il più delle volte significa: dolori alle ossa, emicrania, temperatura percepita inferiore a quella reale, grandi disagi per chi è obbligato a vedere dove sta andando. Essa spesso regala un’immagine distorta della realtà, ti inganna, ti disorienta. Può darsi poi che vada pure ad insinuarsi là, dove idee ed opinioni stanno di casa distorcendo anche quelle. Ci sono persone dal cervello annebbiato. Di ognuno di noi riescono a stento a scorgere la sagoma, la scorza, i tratti distintivi. Ma solo quelli superficiali. Per diversi anni ho avuto l’ingenua presunzione che gli altri capissero chi fossi realmente. Non era possibile che non ci riuscissero, sostenevo; mi riferisco in particolar modo a coloro cui avevo dato molto di me, quelli che sapevano chi avevano davanti. Invece con l’andar del tempo ho capito che non è così, che la gente si ferma lì dove può arrivare. Ed anch’io ho cominciato a fare lo stesso. Perché sforzarsi di capire gli altri? E perché arrabbiarsi se gli altri non arrivano ad intendere ciò che sei? Accettazione consapevole, e reciproca. Ultimamente non mi costa nulla portare avanti la mia immagine superficiale. Tanto so che, in quel breve spazio di vita che mi rimane al di là del lavoro, io sono Enzo. Non pretendo che chi non mi conosce veda ciò che non gli è chiesto di vedere. Partendo da questo presupposto tutto diventa più semplice no? Nessuno sforzo da parte di mia, nessuno sforzo richiesto agli altri. Chi se ne importa quindi della nebbia; continuo a lamentarmi di quella inevitabile. Non ho chiesto io di nascere qui, tra due fiumi, ma ci può stare. Di quella che offusca il cervello e la vista di molte persone beh, che dire, non c’è sistema o marchingegno tali da risolvere loro il problema. Attenzione però: prima o poi capita di sbattere.
 
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10 commenti:

  1. Io invece ultimamente non mi accontento, voglio che la gente capisca la mia anima, il mio vero io, a costo di dover avere pazienza ed innervosirmi. Meglio farsi giudicare per la propria anima che per il proprio io esterno.

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  2. "Bisogna pretendere da ciascuno, ciò che ciascuno può dare.." - Le Petit Prince -
    Io nonostante ci sbatta il muso ogni sacrosanto giorno, mi ostino non solo a cercare di capire chi mi trovo di fronte, ma ho anche l'utopica pretesa che chi ho davanti riesca a capire me..
    Uno scontro fra titani, sostanzialmente, ma finisce sempre che io forse e più o meno capisco chi ho davanti, ma difficilmente avviene il contrario..
    Sì, moltissime persone hanno la nebbia nel cervello, e purtroppo è di quella fitta a banchi che non si dissolve nemmeno d'estate..
    La nebbia che invece investe le strade, la pianura padana, le campagne, e quella che ti dà il buongiorno e la buonanotte, invece secondo me, nella sua malinconia, ha un fascino terribile che almeno a me ammalia e fa viaggiare la fantasia.. Ovviamente questo vale non quando sto per strada in macchina non si vede nemmeno il muso dell'auto, ma quando in inverno mi trovo a passeggiare in un viale come quello della foto che hai messo tu a corredo del tuo post..
    Io nonostante tutto sono un'inguaribile ottimista, e cerco sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno.. da quel punto di vista, il mondo appare migliore anche se forse poi nella realtà non lo è..

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  3. @Paolo: ammiro molto la tua ostinazione. Probabile che arrivato a 43, ti stancherai. Ma se lo ritieni giusto, continua a pretendere!

    @Debora: Debora, per anni ci ho provato a capire gli altri. A tal punto da perdere di vista me stesso. Grave errore. Ho iniziato poi un cammino interiore per rendermi conto chi fossi io, innanzitutto. Da quel momento ho accettato con più facilità le differenze ed i limiti altrui. Anche se, non lo nascondo, un po' mi manca quella voglia e quello stimolo a sondare il profondo di chi ho di fronte. La nebbia ha un suo perchè, probabile che la mia predisposizione è verso i colori. E la nebbia rende tutto monocromatico. Un abbraccio

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  4. ...le Anime che si accostano a noi colgono solo ciò che noi desideriamo...il nostro approccio al prossimo non sempre è aperto...viviamo in allerta...per paura d'essere feriti...e in questo ci precludiamo l'opportunità di sincere amicizie...confronti...condivisioni...siamo noi che permettiamo agli altri d'incontrarci o no...
    sereno divenire nel giorno Enzo..
    dandelìon

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  5. Dandelion, può accadere che noi ci apriamo totalmente e per tutta risposta riceviamo chiusure e porte in faccia. Occorre prudenza, secondo me. Non perchè non ci si fida dell'altro bensì perchè abbiamo un meccanismo di autodifesa che ce lo impone. Un abbraccio

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  6. ...sono concorde con Te sull'autodifesa...spesso però è interpretata come diffidenza o sfida...però, riflettendoci, se non ci si mette in gioco, si resta sempre in panchina...a guardar la Vita che ci scorre davanti...
    un sorriso..
    dandelìon

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  7. Sono solo in parte d'accordo con quello che scrivi, se è pur vero che molti cervelli più che annebbiati sono ibernati (con poche speranze di scongelamento), è altrettanto vero che esistono persone che sanno vedere oltre il visibile. Tu credi che chi vuole veramente sapere chi sei, non sia in grado di vedere oltre l'apparenza? Io sono convinta che certi atteggiamenti servano a mascherare i nostri pensieri, ma una parte di noi non è possibile comandarla. Lo sguardo e il sorriso tradiscono sempre. Per sapere chi sei basta guardarti. Potrebbe sorprenderti vedere quante cose si scoprono se si guarda oltre. Laila

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  8. Laila, sono convinto del fatto che esitstano persone cui basta uno sguardo per capire chi sei. Sono così poche che, sebbene io non lo dia a vedere, godono di tutta la mia stima e di un profondo affetto. Quel che non riesco a capire è la scarsa voglia di scoprire chi è l'altro, la pigrizia, l'accontentarsi del superficiale. Vero, ci sono aspetti di noi che non possiamo controllare. Ci dispiace solo quando, in certi ambienti, questi vengono travisati per un secondo fine. A domani..

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  9. Finalmente !!!
    Ti stavo per mandare a cercare a "chi l'ha visto?".
    Ahahah con questa nebbia ero veramente preoccupata per te caro Enzo. :D 4 lunghi giorni di silenzio...
    Eh se fosse stato inghittito da qualche "banco di nebbia" fra casa e lavoro o viceversa? Ok , battute a parte, veniamo al tema di oggi.
    Affrontiamo la nebbia...ATMOSFERICA e NON!!!

    Della prima potrei scriverti un libro... Abito in brianza da quando sono nata e il profumo che emana è inconfondibile. Bagnata al punto tale che penetra nelle ossa, ti fa sentire quel fastidio che neanche la pioggerella provoca sul collo quando si dimentica l'ombrello.

    Poi c'è la nebbia "NON", ( quella che con l'atmosfera non ha nulla a che sparitire) quella che ti fa vedere poco bene certe situazioni nonostante sia tutto a volte anche troppo chiaro e limpido!

    "Per diversi anni ho avuto l’ingenua presunzione che gli altri capissero chi fossi realmente. "

    Siamo noi che permettiamo agli altri di entrare a far parte del nostro mondo interiore, che gli diamo l'input per comprendere quel che è nascosto nella nostra anima mettendo a nudo la nostra vera essenza. Lo sforzo deve essere reciproco ovviamente.
    Se mi apro a te, vorrei che ti disturbassi di capirmi fino in fondo e cercassi di comprendere quel che sono oltre quel che vedi in superficie.

    Enzo, la vita non è per niente facile da vivere (soprattutto se la si vuole vivere bene) , è un cammino ad ostacoli a volte semplici altre volte difficili, sta a noi decidere come superarli.
    Si può girargli intorno facendo poca fatica ( ...e che gusto c'è?) oppure affrontandoli di petto, con il rischio delle volte di farci male!
    Indubbiamente preferisco la seconda via; quante ferite nel tempo, ne porto ancora i segni, ma credi a Ele, nè sono uscita ogni volta un poco più forte.
    Ho maturato la consapevolezza di errori commessi proponendo a me stessa di utilizzare la "saggezza" acquisita per evitare di saltare l'ostacolo nel modo migliore.

    Una serena notte.

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  10. Ciao Elena, come vedi sono tornato. La nebbia atmosferica è qualcosa che entra nelle ossa, è vero. Io rifuggo da tutto ciò che è attinente all'inverno atmosferico. Non è la mia stagione, non ci psso fare niente. Qualcosa si può fare per cacciare la nebbia che offusca la mente. O meglio qualcosa forse possiamo fare noi affinchè chi brancola possa vederci chiaro. Se ci offrissimo però a carte scoperte finiremmo con il cadere nella trappola di quei cervelli offuscati si, ma del tutto capaci di approfittare delle tue debolezze. Un abbraccio!

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