P
roviamo a sovrapporre le dodici ore che quotidianamente trascorro fuori casa ai dodici mesi dell’anno. Questo Novembre profuma dello stesso odore di pigrizia e stanchezza che pervade il vagone del 17.20. Dall’inizio dell’anno non ho mai provato così tanta stanchezza, non sono mai stato avvolto da una tale accidia. Penso ( spero ) si tratti di qualcosa di assolutamente naturale, quasi fisiologico. Il sonno accumulato non è mai stato realmente recuperato, la voglia irrefrenabile di vita quasi sempre ha cozzato con altrettanto desiderio di relax e mancanza di stimoli reali. Ed ora che sono sul treno di Novembre, aspetto la doccia di Dicembre. Poi, da Gennaio se ne riparlerà. Ma non è il passaggio al 2012 che può materialmente portare ad una svolta: se andiamo a guardare, più vado avanti più il sonno arretrato prenderà consistenze esagerate, più vado avanti e più la mia voglia irrefrenabile di vita sbatterà addosso agli stessi ostacoli. Il conto non torna e mai tornerà. Ragione in più per vivere quotidianamente ciò che c’è da vivere. In fondo sono problematiche che vengono a galla nei rari momenti di “ferma”, quando ti butti a cercare qualcosa che possa compensare una mancanza e ti rendi conto che non serve a nulla. Viene spesso voglia di spaccare sotto i piedi questo maledetto pc, poi pensi che lui non ha colpa; che lui è lì e basterebbe non farsi prendere dalla tentazione di accenderlo. Che basterebbe uscire di casa un sabato pomeriggio e farsi una bella passeggiata, una corsetta al parco. Che forse sarebbe meglio una domenica in visita ad un paesello piuttosto che guardare in faccia qualcuno beandosi di essere in linea con l’altra parte del mondo. Basterebbe staccare la spina, ma quella vera, che tiene in vita questo schermo. Poi ti autogiustifichi dicendo che durante la stagione fredda non c’è voglia di uscire, e quindi a casa, davanti al pc si sta anche bene. Sono pigro, pigrissimo. Ragazzi, non ho proprio voglia di far nulla. Mettetela come volete ma si fa fatica a muovermi. Probabilmente avevano ragione quelli che un anno fa mi dissero: “ Te ne accorgerai, non avrai più una vita”. Ho voglia di una doccia calda e si chiama Dicembre. Poi si vedrà.
Anche io fatico a trovar voglia di uscire e di fare, ma allo stesso tempo dopo un po' che sono in casa inizio a fondere. E se nella stagione bella riesco a motivarmi ad uscire, col freddo e il buio chi si automotiva, sto al caldo di casa. Ma a volte ci si deve sforzare.
RispondiEliminaOccorre focalizzare lo sguardo oltre le nebbie del Tempo metereologico...scorgere anche un piccolo germoglio, già mette voglia di movimento...la Vita che continua a scandire i battiti delle Emozioni...e poi, la doccia di dicembre...divenire ascolto...sì, ascolto dello scorrere del''acqua...che chiude orecchie...attutisce i suoni e ti conduce in un'altra realtà...la Tua...accompagnare i battiti alle gocce che scendono lievi...ricaricarsi da dentro...e poi...fuori...la Vita in un sorriso...il Tuo..riflesso nel finestrino...
RispondiEliminasereno divenire Enzo..
dandelìon
Paolo,ci provo,ci provo...Ancora due giorni e ci proverò..
RispondiEliminaDndelion67, uscire dal proprio guscio. E'inverno. Ci metto il doppio del tempo ma chissà magari ce la farò.. Un abbraccio
Ahhh...siamo a venerdì sera Enzo. La tua settimana lavorativa è già alla fine, per la mia devo aspettare ancora 8 ore!
RispondiEliminaFelice week-end, a presto,
Ele