domenica 27 novembre 2011

Bertrand, amico mio

G
iorni agitati, giorni arrabbiati, giorni di istintive promesse di cambiamento. Giorni in cui il tunnel nel quale sei finito sembra avere soltanto una immaginaria luce bianca là in fondo. Quella luce è semplicemente dipinta sul muro. Giorni in cui giungi a conclusioni che dovresti scolpire nella pietra perché tornino utili al momento opportuno. Ciò di cui ti lamenti è anche ciò che rifuggi quando ti viene concessa un’opportunità. E allora? Ma non ti rendi conto che nella tua profonda tristezza tu in realtà sei felice? Pongo e ripongo la stessa questione: “ Fermati, e pensa a ciò di cui hai bisogno”. Affetto, amore, compagnia, o cosa? Di tutto questo ho bisogno. Ma forse anche no. Credo di provarci un insano gusto a lamentarmi, ad attirare l’attenzione degli altri su di me. E quando qualcuno veramente mi tende la mano io rinuncio. Non voglio sentire persone che mi dicono cosa fare e cosa non devo fare. Moralizzatori all’occorrenza. Non mi fido di me stesso e di nessuno, la conclusione alla quale sono arrivato è che sto bene, sono felice e sereno. Da solo. Ricordo di un aforisma che, a leggerlo tempo fa, mi sembrava di una completa idiozia. Esso diceva: “ non possedere qualcosa che si desidera è una parte essenziale della felicità”. Aspettate che vado a vedere chi ne è l’autore: ecco, Bertrand Russell. Bertrand, vecchio mio, te la appoggio in pieno. La sostanza della felicità sta nell’essere consapevoli di ciò che si ha. Io cerco e non so cosa cerco. Io affermo di avere bisogni e poi in realtà non ne ho. L’aspetto più divertente di tutto questo casino esistenziale che mi attanaglia è che a pensarci ancora meglio, cerco il riflesso di me stesso. Agogno confrontarmi con chi potrebbe empaticamente capirmi nella mia totalità. Ma perché vado in giro dicendo che ho bisogno di persone positive intorno? Ah ma è una menzogna colossale!!! Non riesco ad essere ottimista, non riesco a vedere la vita secondo il punto di vista di chi l’ha sempre vista così. Perché, Dio mio, perché devo a forza smussarmi? Perché devo vedere il bicchiere mezzo pieno? Risvegliarsi una domenica mattina e rendersi conto di essere felice. E’ possibile, basta inchiodarsi nella testa che tutto ciò che dici di non avere ( lamentandoti), in realtà o ce l’hai ( e non te ne accorgi ) oppure non lo vuoi proprio. Aspetta aspetta, vado a scolpire tutto questo nella pietra.
 
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4 commenti:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=84kSXkQiUGs


    Laguna

    Immagina una spiaggia perfetta
    Senza una sirena
    Immagina un nascondiglio perfetto
    Senza un tempo

    Anima di Oceano

    Immagina un Eden perfetto
    Senza un amico senza un serpente

    Anima di Oceano
    Anima Solitaria

    "Sentirsi soli e soddisfatti allo stesso tempo,
    io credo,
    è un raro modo di essere felici"

    Anima di Oceano
    Anima Solitaria

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  2. Grazie Dandelion, bellissimi versi e bellissimo sottofondo..

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  3. Periodo di riflessioni questo. Anche per me. Mi lamento sempre di essere sola, ma quando si presenta l'occasione di non esserlo più, non c'è nulla che mio vada bene, trovo un sacco di motivi che mi fanno rintanare nel mio guscio. Allora in fondo da sola ci STO BENE! E allora cosa mi lamento a fare?
    Bello l'aforisma di Russel. Ma uqlcuno aveva anche detto che la felicità è desiderare ciò che si ha.... Bel casino davvero!

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  4. Viola, che bello risentirti. Eh si, vedo che non sono l'unico ad avvertire questa sensazione. Per me averne preso coscienza è come ripartire..Un abbraccio!

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