lunedì 23 agosto 2010

Il corso delle cose

Quel 23 Agosto di sette anni fa, a Roma, è cambiato il corso delle cose. Nello specifico, è cambiato il corso di un’amicizia. Nata sulla carta da lettera era poi diventata “reale” in un freddo pomeriggio Milanese di circa sedici anni fa. Sono numeri che danno i brividi al pensiero di quanto labili siano oggi le amicizie. La calda estate del 2003 segnava ormai l’undicesimo anno di un rapporto basato sulla semplicità, sull’ironia, sulla battuta sempre pronta, sul sorriso a far da sottofondo ad ogni incontro. Credo che non ci sia piazza, bar ( anche un po’ sfigato ) o pizzeria dove le nostre risate ancora non risuonino. Eppure quell’Agosto avrebbe completamente cambiato il corso di ogni cosa, avrebbe spezzato il tempo, facendoci inevitabilmente prendere strade differenti. Gli anni successivi a quel fine settimana caldo, caldissimo in tutti i sensi, non sono trascorsi invano. Ciò che successe nell’immediato fu qualcosa che non seppi gestire affatto, e dal punto di vista emotivo e da quello pratico. Ricordo che, da quando tornai a casa non seppi trovare modi, parole, gesti che fossero capaci di porre rimedio ad uno sbaglio. Quando ti accorgi di aver perso una persona, e cerchi di recuperare, spesso non sei lucido, dici o fai cose che il più delle volte sono sbagliate oppure si collocano nel momento meno opportuno. Non è facile rinunciare ad una persona con cui si sono condivisi momenti belli; io poi faccio molta fatica ad elaborare il tutto, a farmene, per così dire, una ragione. Il mio obiettivo è sempre stato quello di ( se non recuperare un’amicizia ormai persa ) dare un’immagine di me, matura, consapevole di tutto ciò che era successo. Intanto la vita va avanti, cambiano le situazioni personali e tutto scivola nella scatola dei ricordi. E, oggi, 23 Agosto 2010 io ho voluto tirare fuori da quella scatola un triste ricordo. Ora che sono sempre qui, attraverso questo blog, a lamentarmi delle pseudo amicizie, delle situazioni di comodo, delle realtà virtuali come specchietti per le allodole, rimpiango la sostanza di certi momenti, la genuinità delle parole che Internet non aveva ancora avuto modo di plasmare. Grazie ancora per quei momenti.

5 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Anche tu, Enzo, ci dai dentro con la malinconia ogni tanto. Comunque sembrerebbe proprio che 7 anni fa sia successa una cosa che hai registrato come una mazzata sulla nuca. Magari un giorno ce la racconti più esplicitamente.
    Cambiando discorso, vedo che sei produttivo. E mi sembra pure di aver letto in qualche tuo vecchio post che qualcuno, forse un tuo insegnante, ti aveva detto che la scrittura non faceva per te...forse ricordo male, ma se fosse vero beh...mandagli il link al blog...saluti!

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  3. Direi che possiamo togliere quel "ogni tanto" Fabio! Il mio blog ha il tipico effetto collaterale dell'antistaminico. Certamente avrò modo di ritornare su quel 23 Agosto, un duro colpo. La mia produttività è ultimamente legata al tempo "forzatamente" libero a disposizione, ma tornerò anche su questo argomento. Quanto al mio prof ( ricordi perfettamente )d'Italiano, seguirò il tuo consiglio! Ciao!!

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  4. Beh, non potevo esimermi dal lasciare un commento su questo post, proprio io!
    Quel 23 agosto 2003 non può essere rimosso dalla mia memoria.
    Sono rientrata da qualche giorno di ferie e "spippolando" mi è venuto proprio l'idea di andare a vedere quale era l'argomento del tuo blog il 23 agosto 2010 e non mi sbagliavo.
    In questi sette anni tante cose sono cambiate nella vita di ciascuno di noi e non si può tornare indietro come se avessimo una macchina del tempo.
    In questi sette anni ci sono stati molti alti e bassi dove gli alti erano piuttosto alti e i bassi tragicamente imi. Solo il tempo è riuscito a livellare in qualche modo questo andamento.
    Con il senno di poi e alla luce di quello che accade dopo (le amicizie telematiche per esempio di cui dicevi tu) resta il ricordo impresso nella memoria che ogni tanto riaffiora e che rievoca e mantiene viva la propria personale "versione dei fatti".
    Il tuo post, comunque, sintetizza perfettamente una analisi dei fatti e di un rapporto che solo il tempo poteva restituire.
    P.s. un ricordo a parte lo meritano tutti quei bar "sfigati" che abbiamo avuto modo di incontrare. Ricordo un gelato preso a Rapallo in una coppa di un colore talmente nero e tetro che il Santo Graal gli faceva un baffo!
    P.s.2 Ridere è una delle cose più belle del mondo. Io non riuscirei a vivere una vita senza poter ridere o a gestire un rapporto dove non si ride. Continua a farlo anche tu, non perdere mai questa sana abitudine!

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  5. Ed infatti, nonostante il caos che è la mia vita, non perdo mai la voglia di ridere. Che dire invece del Gran Bar con i lampadari di cristallo e piccioni annessi? Della mitica Vandertap? Del Bar Romano di Bologna? Mi fermo altrimenti faccio una lista troppo lunga! Ciao!

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