domenica 1 agosto 2010

Agosto in città

Il primo Agosto mio padre chiudeva il suo negozio di autofficina e affiggeva sul portone quel piccolo cartello rosa con disegnata una spiaggia e su scritto “Chiuso per ferie”. Il momento tanto atteso era finalmente arrivato. Dopo un altro anno di scuola, la felicità era dietro l’angolo. La sera che precedeva la partenza era d’obbligo trascorrerla con gli amici della via, del cortile a raccontarsi le speranze, le gioie che da lì a poco avrei vissuto. Il mattino successivo, tutti svegli di buon’ora; la vecchia Audi di papà, dal colore opinabile e con un piccolo ventilatore sul cruscotto si apprestava ad affrontare l’ennesimo gravoso impegno, sudare 900 chilometri e portarci a destinazione. Emozioni senza tempo, di un’epoca ( i mitici anni ’80 ) indimenticabile. Di acqua ne è passata sotto i ponti. L’Agosto in città sta diventando un’abitudine ormai, neanche poi tanto voluta visti i tempi di crisi.. Io non amo la mia città, non ne ho mai fatto mistero, ma da qualche tempo ho scoperto di provare una certa attrazione per lei, seppur per solo quindici giorni l’anno. Niente auto dunque, niente maleducati ed irrispettosi guidatori, meno nevrosi, un po’ di aria respirabile. E’ il bicchiere mezzo pieno. Come si può vivere in città (in questa città!) un periodo dell’anno tradizionalmente vocato alla vacanza, alla spiaggia, ai bagni? Non lo so. Crisi a parte, mi preoccupa il fatto di non essere poi così dispiaciuto all’idea di trascorrere il mio Agosto in città. Vivo in un luogo perennemente addormentato che, d’inverno cade nel sonno più profondo per poi risvegliarsi sonnolento e apatico anche durante la bella stagione.Ma i tempi sono cambaiati e sono cambiato io, questo è certo. Tutti sentono sempre più il bisogno di sognare e magari vivere un’esperienza che li catapulti, per un breve lasso di tempo, in un mondo fatto di relax, coccole e tranquillità. Ma per quanti poi la vacanza si rivela realmente così? Quanti hanno la fortuna di vivere questo momento in tutta la sua essenza? Di storie “Fantozziane” si potrebbe scrivere un libro. Ma, come si dice, la vacanza è sacra, non ci si rinuncia. Anche a costo di portarsi dietro la tanto temuta “nuvoletta”. Agosto è qui: per chi resta e per chi va, buone vacanze allora. Mi prendo la città e me la inventerò così bella da innamorarmene. Forse ora sto esagerando..

2 commenti:

  1. Ti devo confermare che scrivi bene. Credo che tu possa trovare tanti altri argomenti da sviluppare.

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  2. Ti ringrazio Adriano. Stimoli per argomentare ne ho e sono sicuro avrò la possibilità di sviluppare nuove tematiche.Grazie.

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