Questa notte è arrivato il temporale. Così almeno mi è stato riferito perché io mi trovavo calato in un sonno profondo e non ho sentito nulla. Già da qualche tempo le mie notti sono meno agitate, mi sembra quasi di cadere in una sorta di catalessi. Solitamente il sonno è il termometro della mia serenità interiore per cui tutto farebbe pensare ad uno stato di grazia che in realtà è ben lontano dall’essere tale. Traggo sicuramente enormi benefici dalle notti tranquille e capisco quanto tutto sia cambiato negli ultimi anni. Mi riferisco ai periodi d’oro in cui resistere al sonno era così bello, e una delle cose che più mi piaceva fare era chiacchierare in auto con gli amici sotto casa. Ma chi non l’ha mai fatto? Chi non ha un po’ di nostalgia delle serate concluse a raccontarsi di tutto e di più senza accorgersi del passare delle ore? La notte rallenta i pensieri, li rende più comprensibili a chi li ascolta, lascia che tutto scorra senza fretta. Bella dunque la notte. Chi di noi non ne ha una che ricorda in modo particolare? Nella mia mente, rimane impressa quella tra il 5 ed il 6 Novembre 1994. Per i miei concittadini, lettori di questo blog, questa data riconduce immediatamente ad un evento tragico, l’alluvione del fiume Tanaro. Quella notte io ed alcuni amici, rimanemmo bloccati con l’auto, di ritorno da una serata in discoteca. La macchina, impantanatasi in una grande pozzanghera formatasi a causa della pioggia, non ne volle sapere di partire. Non esistevano i cellulari e l’unica soluzione possibile fu quella di recarsi a piedi alla ricerca del primo telefono disponibile. Fummo raggiunti dal primo carro-attrezzi tre ore dopo. Una notte lunga, una delle tante da ricordare, per fortuna risoltasi nel migliore dei modi. Quello che accadde i giorni seguenti noi Alessandrini lo ricordiamo bene, purtroppo.
Dalle mie parti, chi vi fu' semplicemente vicino col cuore, chi, tra i miei amici, venne ad aiutare.
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