martedì 30 aprile 2013

La giusta esposizione

M

i piace immaginare la vita come uno di quei soggetti che un principiante dello scatto non riuscirà mai a mettere a fuoco. Troppo facile fotografare qualcosa di statico, catturarne i dettagli, goderne l’effetto. La vita chiede ben altra professionalità per farsi ritrarre nel migliore dei modi, per afferrarne il movimento: tanto allenamento, esperienza, tecnica e, di tanto in tanto un bel po’ di fantasia. Se noi siamo la macchina abbiamo ben poco da fare, siamo programmati per fare qualcosa che produrrà risultati modesti se osserveremo tutto sempre dallo stesso punto di vista: come vivere la vita in modalità “auto”. La fotografia richiede un bel po’ di elasticità per non rendere freddo ed ibrido il nostro prodotto. Di questi tempi mi compiaccio dei miei scatti, li trovo anche godibili sebbene il soggetto sia sempre monotono e difficile da gestire. La vita non si ferma, guai se lo facciamo pure noi. Ci sto impiegando tempo, ma era del tutto prevedibile. Sto provando a superare l’ostacolo più grande: confrontarmi senza subirne le conseguenze. Ed è proprio nella ostinata ricerca dell’altro (cui è quasi sempre seguita la condanna del proprio stato), che ho trovato la massima insoddisfazione, il totale abbandono di me stesso, la caduta verso un mondo fatto di niente. Non è cambiato niente, o forse è cambiato tutto. Non è difficile elencare fatti, situazioni concrete, eventi. Non c’è stato nulla di tutto questo. Decisamente più complicato seguire passo passo gli impercettibili movimenti del proprio pensiero, la tendenza della mente a colorarsi, abbandonando il grigio dominante. Sta cambiando qualcosa nel mio relazionarmi alle persone, alle cose, sta cambiando qualcosa nel mio modo di accettarmi, senza per questo piangermi addosso od urlare al mondo il mio disagio. Questi fogli continuano e continueranno a rappresentare il mio personale angolo di pianto, di sofferenza, la mia scatola dove di tanto in tanto inserisco le mie fotografie alla vita. Ma vorrei tanto ci fosse spazio per gli scatti dai forti contrasti, dalla gamma cromatica perfetta, persino dalla sovraesposizione alla luce. Vorrei ci fosse spazio per una vita che voglio vivere nonostante tutto. Mi sto spostando dove la vita si sposta. Scelgo sempre l’angolazione migliore, il tempo giusto, la giusta sensibilità. Forse ci riuscirò. Il maledetto confronto. Ne ho ancora paura, ed ho paura di me stesso, di quanto ancora sono capace di volermi male. E non me lo so spiegare.

 
fotografare

Nessun commento:

Posta un commento

Non fate commenti come "Anonimo". Andate su Nome/URL. Inserite il vostro nickname nel campo "nome", se non avete un blog/sito lasciate vuoto il campo URL.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails