martedì 2 aprile 2013

Il giorno dopo

I

l giorno dopo il dì della festa ha sempre un sapore particolare. Per un attimo dimentichi tutto, il masochista addirittura accenna ad un pentimento. Ma in fondo il giorno dopo è pur sempre quello migliore per osservare il disastro, per rendersi conto del danno, se ne è valsa la pena. Sapete, le persone condannate ad essere sensibili, ad avvertire anche gli spifferi che dall’anima vanno a raffreddare il cuore, fanno fatica ad essere comprese. Non a caso il fiume del tempo per loro sfocia sempre in un mare di solitudine, di assenza, di depressione. Si dice che l’origine del male di vivere stia nella testa, e non nel cuore. Allora il mio male è avere un cervello, perché penso il peggio di me fuorché il non avere testa e non saperla usare. Si dirà allora che la uso troppo, che la perfezione del proprio meccanismo mentale non potrà mai trovare la propria fedele riproduzione nella vita di tutti i giorni. Faccio fatica ad accettare l’umoralità delle persone, ancora mi sconvolgo nell’apprendere i cambiamenti radicali di alcuni, ma poi… Poi mi accorgo che gli altri sono me ed io sono gli altri, e nel momento in cui realizzo questo, sprofondo nella bassezza umana. Dio, sono come loro! C’è tanta gente sola al mondo, c’è tanta gente di cui non si duole nessuno, e forse una buona parte di essi non ha nemmeno la possibilità di fare anche un riassunto della situazione. Io dunque sono fortunato. Bene, quindi Enzo, smettila di lamentarti, le tue sono infinite rotture di balle, inutili disquisizioni sulla vita. Devi agire. Butta via questo pc, cancella un pezzo della tua vita e ricomincia. E’ lì la soluzione? Oppure mi diverto anche a raccontare queste cose? Se fosse così non ci sarebbe alternativa : la camicia di forza. Ma Dio, io non gioco affatto quando me ne sto buttato sul letto e aspetto che passi qualcuno. Ma chi deve passare? Ma chi aspetto? E soprattutto ho un’idea vaga di cosa voglio? Sempre le solite domande. Vorrei precisare, se non lo avessi ancora fatto, che il mio odio per il mondo è un odio liberatorio, un odio buono, che fa bene solo a me. La relazione umana è un ostacolo : perché io devo giustificare, io devo spiegare. Io non voglio farlo, perché voglio essere libero di arrabbiarmi e nello stesso tempo non amo essere giudicato. Presuntuoso eh? Il giorno dopo il dì di festa ha uno strano sapore. Sto guardando l’ennesimo disastro.

 
giornodopo

2 commenti:

  1. Beh, Enzo, che dire? Appena sbarcata nel tuo blog e trovo questo post... fresco fresco di battitura... fa quasi da cornice a quello che ho scritto io... almeno nelle intenzioni delle emozioni che ci hanno spinto a farlo...
    Sai esporre i tuoi pensieri in un sobrio filo di logica che mi ha portato alla famosa "lettura di getto" ed è difficile, credimi, riuscire a trattenere il mio interesse per più di 5 righe ;)
    Buona vita Enzo
    Luce e Amore

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  2. Grazie FrancescaMaria. Per essere passata e per le belle parole che mi hai riservato. Fanno sempre piacere. Scrivo di getto e sapere che traspare pur sempre un filo logico mi rende contento. Ben arrivata. Un abbraccio a te.

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