domenica 28 aprile 2013

Evoluzioni

C

’è qualcosa che si muove in tutta questa staticità. Le cose stanno cambiando, le cose sono cambiate e cambieranno. Non mi riconosco più nemmeno io, così rivoltato nel caos di questi mesi. Ma proprio nel marasma sono riuscito a fare chiarezza dentro e fuori di me. Un percorso contorto che sta finalmente arrivando ad un primo traguardo. Sembrano trascorsi secoli da quella spensierata vacanza di Settembre, tanto sono evoluto pur nella mia costante involuzione. Ho provveduto a gettare gli scarti, a trattenere l’essenziale di ogni mia dannata riflessione per comprendere dove sbagliavo, dove sbaglio tuttora, nonostante tutto. Attualmente mi sento uno sfigato; forse lo sono ma riconoscerlo è un gran bel passo avanti. E’ un po’ come la primavera che ritarda, come quando dicono che le stagioni sono indietro di qualche mese e siamo ancora in inverno. Anch’io. Sono un ventenne con il fiato corto, costretto ad indossare cervello e corpo di uno di quarantacinque. Credo che, se avrò vita, tra vent’anni finalmente sarò un cinquantenne sereno e realizzato. C’è anacronismo interiore. Non posso continuare a vivere rapportandomi anche con persone più giovani e scoprendo di starci pure bene. Come mai? Sto bene con tutti, il mio spirito libero di giovane ancora in credito con la vita mi spinge oltre le convenzioni, quelle anagrafiche, quelle sostanziali di vita ed abitudini diverse. C’è stata una netta evoluzione. Triste, sotto l’aspetto della presa di coscienza della vacuità di un mondo dove ho cercato di riempire vuoti esistenziali. Positiva e soddisfacente sotto il profilo della progressiva accettazione di me stesso. La vita è questa, la vita sei tu che assorbi tutto come una spugna e nessuno riesce a strizzarti per spurgare il marcio che si accumula. Aspetto una bella strigliata, aspetto di abbandonare le catene che imprigionano il mio cervello a terra. L’evoluzione c’è e passa attraverso la necessaria rivalutazione di ciò che sta al di là di uno schermo. Cacchio, è solo uno schermo! Cacchio Enzo ma di cosa hai realmente bisogno? Realmente intendo? Vuoi davvero continuare ad aspettare qualcuno che riempia la tua vita di sole parole? Ma scherzi? Vai al sole, corri, respira, esci da questa gabbia. Il mondo è delle persone e tu sei una persona. Maledettamente sensibile, stramaledettamente masochista, riflessiva, pensierosa, attaccata alle proprie idee. Non serve o meglio, non ti cambia la vita. Scappa Enzo, scappa. Appena puoi.

 
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