mercoledì 18 agosto 2010

Il mio “Nord”

Sono totalmente privo di senso dell’orientamento. Riuscirei a perdermi all’interno di una casa di più di 100 metri quadrati. Beh, forse esagero ma chi mi conosce sa che faccio molta fatica a ritrovare la strada ogni volta che mi reco in un luogo nuovo. Avrei dunque bisogno di una piccola bussola che mi faccia uscire dal solito impasse; a volte persino il navigatore in auto riesce a confondermi. Dunque, non ho speranze. Come sempre è importante che al mio fianco qualcuno mi venga in soccorso, mi indichi la direzione, mi riporti se non altro a ritrovare l’auto all’interno di quei grandi parcheggi dei centri  commerciali di oggi. Ho bisogno di punti di riferimento come il pane, devo sapere che qualcuno esiste ad indicarmi la via, a darmi il giusto indirizzo verso il quale sto faticosamente camminando. La stabilità emotiva, la mia, tempo fa passava anche per questo, per quel “Nord” al quale si guarda per continuare il cammino e ritrovare la strada. Nel corso degli anni i miei punti di riferimento sono stati tanti, persone di cui mi sono fidato e che una volta dissolte mi hanno lasciato non poco disorientato. Avete presente il gioco della mosca cieca? Ecco, spesso mi sono sentito come colui al quale vengono bendati gli occhi per poi farlo roteare su stesso. Riconosco di aver avuto spesso l’occhio clinico nella scelta dei miei punti di appoggio, agivo da uomo bendato. I miei scogli si sono sempre rivelati scivolosi e poco adatti ad appogiarvisi. Quindi , altro giro su me stesso, altra ricerca e….altra fregatura. Ultimamente mi lascio andare a considerazioni poco clementi sul genere umano, in particolare sugli esemplari che sono passati da qui, per la mia strada. Non appena sono stato in grado di liberarmi della benda, ho trovato, da solo, il mio Nord. Ci voleva tanto? Anni e anni per capire che si può stare in equilibrio da soli? E allora, ben venga il passante pronto a dirmi quale strada devo percorrere per raggiungere la Via o la Piazza di turno. Sia benedetto l’amico che si ricorda al mio posto la fila dell’immenso parcheggio ove ho lasciato l’auto. Per il resto, sono sbendato ora, dunque, faccio strada io.

2 commenti:

  1. Ciao, perdona il mio intervento, ma non mi torna qualcosa.....credo non sia colpa tua, ma ho il vizio di identificarmi troppo da parte di coloro che seguo nei vari concetti......stai parlando di un tuo difetto reale di perdita dell' orientamento, o del fatto che per molto tempo sei stato disorientato causa certi condizionamenti oppure stai parlando di entrambi e vuoi mettere queste caratteristiche in correlazione ? (non prendere questo mio commento come una provocazione......non ti ho scritto per questo)

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  2. Tranquillo Sem, cerco di chiarire il concetto. Ho un reale difetto di orientamento nelle cose più pratiche, banali. Perdo spesso la strada. Quanto ai rapporti umani, il senso dell'orientamento ( e quindi la scelta delle persone giuste ) mi è mancato perchè non risucivo a vedere bene con chi mi relazionavo. Ho preso abbagli e più volte ho ripetuto l'errore come se non sapessi dove stavo andando, chi avevo di fronte. Guardando ora le cose in modo più chiaro, trovo la direzione più facilmente. Ma il punto di riferimento sono io, ora.

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