Tutti abbiamo date che rimangono impresse nella nostra mente. Nel mio recente passato, quella del 14 Luglio ha un sapore particolare, direi “agrodolce”. Fu proprio il 14 Luglio, al culmine della grande estate calda del 2003 che conobbi per l’ultima volta di persona, un amico di penna. La nostra fu una corrispondenza che, malgrado la presenza di Internet, aveva voluto mantenere i connotati del vecchio stile epistolare, carta e penna dunque. Ma fu uno scambio fitto che assunse tratti ben definiti quando Andrea, 24enne cominciò a darmi del “fratellone”. Fu così che iniziò un bellissimo confronto tra due generazioni non molto lontane ma comunque già abbastanza diverse. Dopo circa sei mesi di “interazione” scritta, decidemmo di incontrarci. La nostra mente riesce a ricordare moltissimi particolari legati ad un evento importante; quel giorno era stranamente nuvoloso, il cielo cupo. Ricordo perfettamente cosa indossavo e a che ora partiva il mio treno. Trascorremmo una giornata molto bella, chiacchierando in maniera spontanea e divertita. Sono passati sette anni. Di Andrea, ho perso le tracce: dopo un ulteriore scambio di lettere in cui manifestava il desiderio di entrare nell’arma, sparì. Mi manca di quel periodo e di quella corrispondenza lo stimolo a cercare qualcosa che fosse davvero condivisibile, unico nel suo genere. Sono cambiato io, questo è sicuro. Cosa vado cercando ora in una corrispondenza? Forse sempre la stessa cosa, quella che io chiamo “l’esclusiva”. Inizialmente pensavo che avere tanti amici, molti contatti con cui interagire anche virtualmente fosse davvero utile a colmare vuoti, ad accentuare il mio senso di solitudine. Mi sono dovuto ricredere. Pretendere l’esclusiva non è cosa da poco, soprattutto in tempi di social network dove tutti sono amici di tutti. Confidarsi oggi è molto semplice, spesso si riesce più facilmente a farlo con perfetti sconosciuti. Poi però si desidera di più, si vuole che quei pensieri, quelle confessioni siano sempre più intimi. Tutto ciò è raro nella vita di tutti i giorni, figuriamoci dietro ad uno schermo. Avere l’esclusiva, essere unico depositario dei pensieri altrui, sono un bell’egoista vero? Però quel 14 Luglio mi sentivo, forse stupidamente, unico.
Personalmente il mondo virtuale non ha colmato i vuoti che avevo dentro di me anzi il piu' delle volte mi ha fatto sentire ancora di piu' la solitudine proprio per la mancanza del contatto umano.Non penso tu sia egoista a volere l'esclusiva dei pensieri altrui. Del resto e' proprio raccontarsi quel piccolo segreto o paura che rende l'amicizia piu' esclusiva, che ci fa diventare o trovare l'amico/a del cuore!
RispondiEliminaAnche io sono sempre stata brava con le date... mi ricordavo compleanni, incontri, avvenimenti che rimanevano nella mia memoria... Oggi, colpa della "vecchiaia", tendo a rimuovere qualcosa... Ma una data me la ricordo: era il 23 agosto... l'anno mettilo tu!
RispondiEliminaRicordo bene quel 23 Agosto. Per certi versi ha segnato una svolta,ognuno poi elabora in modo diverso gli avvenimenti.L'esperienza è una cattiva insegnante, si dice: ci fa l'esame e poi ci insegna la lezione. 23 Agosto 2003, una data da ricordare o da dimenticare?
RispondiEliminaDa ricordare! Io, ormai lo sai, tendo a non dimenticare: i ricordi, belli o brutti che siano, se ne stanno lì, da qualche parte nella mia memoria e ogni tanto capita che riemergano con più vigore per un attimo, per tornare poi al loro posto. Perché dimenticare? Quello che accade, prima di diventare un ricordo, aumenta il nostro bagaglio di esperienze di vita e ci aiuta a maturare, a crescere e a essere migliori, forse.
RispondiEliminaConcordo. Il tempo non cancella nè le ferite nè i momenti di gioia. Non dimenticare è un grande segno di maturità. Se tutto cadesse nell'indifferenza non saremmo più capaci di provare nulla. Grazie per il tuo commento che ha "ispirato" l'articolo che ho appena pubblicato.
RispondiEliminaLa casella postale, quella tradizionale. Oggi la trovo solo piena di pubblicità e avvisi di bollette già pagate ( in banca ).
RispondiEliminaL'ultima cartolina vacanze ricevuta? Non ho idea a quale anno possa risalire!
Vogliamo parlare di lettere? Mmm ancor meno...
Peccato aver perso il gusto dello scrivere e della attesa di scritti "da divorare".
Oggi pensi, scrivi, spedisci e in real-time ti leggono dall'altra parte del mondo.
Ah...se trovassi chi ancora usa carta e penna!!!
Mi farei spedire un sacco di lettere vecchio "stampo".
Ele, il tempo è tiranno. L'attesa era una sensazione davvero unica. Quella cassetta con la lettera che si intravedeva dal vetro..
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