giovedì 4 novembre 2010

Questi o quelli per me pari sono

Sono ignorante e me ne vanto. Ignoro e mi ritengo fortunato ad ignorare. Non ricordo l’ultima volta in cui ho acquistato un quotidiano, anche i telegiornali mi nauseano. Mi manca tanto Sarabanda, quel bellissimo quiz musicale che andava in onda nella fascia oraria critica, quella dei Tg, appunto. Ho sempre più voglia di ignorare, non ho alcun interesse ad ascoltare (tantomeno leggere) le solite notizie, spalmate in modo spocchiosamente parziale. Da che mondo è mondo, esistono buoni e cattivi. Ricordo la grande lavagna e la maestra che, costretta ad assentarsi, assegnava ad uno di noi l’arduo compito di scrivere con il gesso i nomi dei discoli e quelli dei bravi. Se immaginassimo il nostro Parlamento Italiano come una vecchia aula dei miei tempi, probabilmente nessuno dei signori ( il solito eufemismo ) là seduti avrebbe diritto di assolvere a quel compito ma soprattutto, quella distinzione non avrebbe nemmeno più senso. Essi fanno parte di un sistema capace di assorbire e distruggere anche le anime più buone, quelle che conservano ancora un briciolo di valori, quali onestà e senso del dovere. Voci che si ripetono in questi ultimi giorni: persone che dicono e fanno stronzate, ed altre che si ergono a moralisti di turno, altri ancora ammoniscono pubblicamente (con le tavole della legge in mano) autocelebrandosi depositari di chissà poi quale verità. Chi è senza peccato, là dentro, scagli la prima pietra. E non c’è sistema, come quello della politica in cui si fa fatica a non fare di tutta l’erba un fascio. Se dovessi puntare su uno schieramento, sceglierei innanzitutto quello che limita lo scontro, che produce idee, che combatte un pensiero con un altro pensiero. Ma qui, si fa fatica ad individuare idee costruttive. Ci si tartassa a colpi di odio, di boutade, di richieste di scuse, ma di concreto, qui non c’è nulla. L’Italia è un paese che ama sguazzare nella polemica, che a quattro mesi dal Festival di Sanremo, ci spupazza già i marroni per chiederci se è giusto che si canti quella canzone od un’altra. Penso che questo sarà il primo e anche l’ultimo articolo in cui vagamente accenno al tema politico. Troppa tensione, troppo odio, tanta confusione. L’utente finale, quello intelligente, è abituato ad usare gli argomenti, quelli di cui chi è là, a Palazzo è sprovvisto. E mi riferisco ad ogni abitante della grande casa. L’utente finale, ha a cuore che gli argomenti ( se mai esistono ), si traducano presto in fatti. Siamo tutti nella stessa barca; capisco che si voglia reagire, si voglia imprimere una svolta. Se esiste qualcuno che crede possibile tutto ciò, lo metta per iscritto e si faccia avanti. Ma ho come l’impressione che, una volta entrato nella grande casa, il sistema se ne farà un sol boccone.

6 commenti:

  1. A volte anche io vorrei smettere di seguire, però a costo di giocarmi il fegato voglio informarmi, capire fino a che punto tocchiamo il basso. Nel mio piccolo poi provo a dare le spiegazioni alle persone e a far loro capire che la verità non è quella che ci mostrano loro, ma è quello che c'è dietro. Solo che a volte parli con persone che credono agli asini volanti e non c'è verso di far capire che invece l'asino non ha le ali.

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  2. Ciao Paolo, benvenuto e grazie per il tuo commento. Come dici tu, il difficile sta nel cercare di dare una visione il più possibile reale delle cose. Ma spesso e volentieri, nessuno ha orecchie per sentire.
    A presto.

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  3. "Troppa tensione, troppo odio, tanta confusione". Hai ragione. Ma hai riflettuto sul fatto che "tensione", "odio" e "confusione" in realtà non sono altro se non meri strumenti? ;) Sono giornalista da circa vent'anni (ho iniziato giovanissimo, eh... :D) e nel mio campo ho visto cambiare moltissime cose. Quasi tutte in peggio. Compresa la capacità critica di chi l'informazione la fruisce/subisce. Chi fa il mio lavoro (in qualsiasi ambito o dimensione si trovi ad operare) sa che il 90% della comunicazione propinata alla massa è frutto di manipolazione e quindi, per essere più crudi, è FINZIONE. La cosa peggiore, però, è che la gente continua ostinatamente a far finta di non saperlo... Un abbraccio. Claudio

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  4. Premetto il fatto che fai un lavoro bellissimo. Quando avevo ancora velleità giovanili, ambivo a fare il giornalista. Ma sarebbe troppo lungo e noioso raccontare ciò che è accaduto nel frattempo. Sai cosa penso Claudio? Che forse ad una certa massa faccia comodo assumere la forma delle notizie che vengono ad essa propinate. Quasi facesse....tendenza.C'è, a mio parere, un abbassamento della capacità critica dovuto a diversi fattori; tra questi, voler porre al centro la polemica, a prescindere.
    Un abbraccio.

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  5. Bello il tuo post! Ma bisogna avere la capacità di soffermarsi sulle cose che vanno! Io sul mio blog sto parlando in questi giorni del giornalismo autentito, quello fatto dai grandi. Sto proponendo da oggi, e per una settimana, alcuni corsivi di Indro Montanelli. Lui sì, che sapeva fare la differenza. Comunque, complimenti Enzo, ti seguo sempre con piacere!

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  6. Grazie come sempre Maria, ne sono onorato. Guardare il bicchiere mezzo pieno dunque? E sapere riconoscere le voci autentiche in un mare di rumori di sottofondo...Ci proverò!
    Un saluto!!

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