venerdì 12 novembre 2010

Genova, per tornare a respirare.

M
ettiamola così: il mare, diciotto gradi a metà Novembre e la focaccia al formaggio; ho appena elencato tre ( le più semplici ma non certo le uniche) ragioni per visitare Genova. Ed io, oggi mi sono accontentato di questo “poco”. Visitare un luogo, per il sottoscritto, prevede un rigoroso rituale: mappa della città tra le mani, predisposizione degli itinerari, individuazione dei luoghi di maggior interesse e, ovviamente, calcolo approssimativo del tempo utile per le attrattive cui dedicare maggior attenzione. Dimenticavo, macchina fotografica a spalla…Tutto ciò oggi non aveva però alcun senso; lo scopo della gita infatti era sostanzialmente quello di soddisfare la voglia di shopping della mia sorellina. Per un uomo ciò costituisce a tutti gli effetti “reato di autolesionismo aggravato dal rapporto di parentela”. Ne è scaturito un corposo camminamento che, muovendo dalla stazione Principe , passando per il porto antico e la Piazza de Ferrari ha visto la sua conclusione presso la stazione Brignole, e ritorno. Nel mentre, qualche scatto fotografico e un susseguirsi costante di “entra ed esci” con punte massime di sosta presso Rinascente e Mondadori (quest’ultima, apprezzatissima). Arrivare a Genova, per uno che vive al di qua del Turchino tra nebbia ed umidità costanti, è come sputare fuori tutto il fiato che si è conservato nei polmoni dopo mesi di apnea. Forse oggi, poco importava dare un’impronta culturale alla visita, è bastato tornare a respirare. Tra una vetrina e l’altra ho così rivisto con nostalgia i luoghi degli anni Universitari ripercorrendo di fatto lo stesso tragitto che ero solito fare al termine delle lezioni. E allora ecco Via Balbi, Piazza della Nunziata con la discesa che giunge a Via del Campo. Un crogiolo di vicoli ci conduce al Porto Antico e a questo punto il sole , fa capolino regalandoci una sensazione unica di tepore alla quale diamo vigore rivolgendovi i nostri pallidi volti. Il tempo di una sosta e poi via, si sale verso San Lorenzo e poi Piazza De Ferrari. Il vento la fa da padrone, un po’ di spruzzi dalla grande fontana prima di scendere verso Via XX Settembre. Accuso il colpo, la fila di negozi è lunga ma reggo alla grande conscio del fatto che, da lì a poco sarebbe arrivata la tanto agognata ricompensa. Imbocchiamo Via San Vincenzo e, non senza aver evitato un ultimo “entra ed esci” , punto dritto verso la più bella vetrina vista oggi: entro ed esco con un rettangolo di focaccia al formaggio, sublime delizia dei sensi. Allego al mio articolo qualche immagine a testimonianza del mio passaggio. Bello, tornare a respirare.
DSCN0428       DSCN0436
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3 commenti:

  1. La prossima volta che passi da queste parti dimmelo che, impegni di lavoro permettendo, a te e compagnia la focaccia la offro con piacere. :) Claudio

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  2. Io ho studiato a Pisa, però stranamente non ho nostalgia, cioè non c'è una parte della città che mi sia rimasta nel cuore. Genova invece l'ho scoperta da nemmeno un paio d'anni e più ci vado, più l'apprezzo.
    Sara

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