mercoledì 25 agosto 2010

La spugna

Otto giorni alla partenza e ci risiamo. Sta gradatamente cominciando a “montare” l’ansia, il timore di non saper staccare completamente la spina ed il rischio di dover portare con me una valigia più pesante del dovuto è piuttosto alto. Da anni nella nostra casa vive un ospite indesiderato che non si riesce a sfrattare, quest’ospite si chiama appunto, ansia. Due componenti della mia famiglia ( madre e sorella ) ne sono portatori sani, io e mio padre le vittime inconsapevoli. Spesso all’interno di queste quattro mura tutto viene incredibilmente ingigantito, anche le situazioni più banali vengono interpretate nel modo più sbagliato. I toni dei dialoghi ( quando si riesce a dialogare ) crescono rapidamente in decibel e finiscono in discussioni esagerate, frastornanti. Invidio mio padre perché lui, a differenza del sottoscritto è, senza dubbio capace di farsi scivolare addosso le cose. Io invece sono una spugna; assorbo tutto poi devo pur strizzarmi ed ecco spiegata l’impulsività che spesso nasce da sciocchezze, comodi pretesti per liberarsi di ciò che è stato accumulato. Quando la prospettiva è quella di vivere qualche giorno lontano da questi muri, lontano da questo frastuono, inspiegabilmente, anziché esserne felice divento preoccupato. Ovviamente l’idea di viaggiare mi trasmette anche un’ansia positiva, c’è un’attesa, ci sono i preparativi e questo non può che rendermi felice. Ho imparato negli ultimi anni a gestire l’ansia peggiore, quella che ti blocca, quella che ti rende timoroso di fronte a situazioni serie nelle quali devi fornire una prestazione (chissa’ come mai, dopo venti esami passati all’Università avevo deciso di fermarmi….. ). Potrei parlare di tantissime situazioni in cui la paura, l’agitazione, hanno avuto la meglio. Si può imparare a gestire l’ansia, anche vivendo in un ambiente ormai infettato. Non è facile perché solitamente ciò che carichi negativamente stando al suo interno non riesci a non trasmetterlo agli altri. E allora l’unico modo è scervellarsi alla ricerca di continue soluzioni che ti facciano apparire una persona equilibrata, che sa gestirsi ed è altrettanto gestibile. Dedico questo post a coloro che spesso mi vedono umorale, lunatico, a quelli che mi dicono ( e giustamente ) che c’è una misura per tutte le cose, che ad esse va dato il giusto peso. Lo so, io ci provo a cambiare. E a volte dovrei essere capace di non provare nulla, lo ripeto spesso. Allora, Firenze, io mi sto preparando, mi sto impegnando, lo prometto. Mi assento per due giorni: non dite poi che non ho cura della vostra salute.

2 commenti:

  1. sia cosa si fa in questi casi? si mettono in valigia le scarpette rosse, quelle che ti portano a casa solo battendo i tacchi!
    l'ansia, mi diceva ieri un'amica(che ha paura di nuotare nell'acqua alta), si placa se si va dall'incertezza verso la sicurezza!
    un saluto

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  2. Ciao! Più mi conosco più ne sono consapevole. La sicurezza in sè stessi riesce a farci scivolare addosso tutto ( o quasi ) ciò che non ci piace e ci fa paura. Ok, non dimenticherò le scarpette rosse!!
    Ciao!

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