giovedì 20 ottobre 2011

Carenze

D
a dove comincio? O meglio, da dove ricomincio? Non ho molta scelta. Ricomincio da me. Perché se non si può sfuggire ad alcuni aspetti del proprio essere, li si può quanto meno adattare alla situazione, giusto? Diciamola tutta, senza giri di parole: la mia condizione è deficitaria. Guardiamo i lati positivi: ho una famiglia, un posto fisso, non ho problemi di salute. Devo per questo ritenermi l’uomo più felice al mondo? Ditelo, perché in tal caso smetto subito di lamentarmi come al solito. E probabilmente così facendo non darei più materiale al mio blog. Ma chi di noi non ha mai trovato un motivo per lamentarsi, per dire “ Ah se però….” Io sono così, mi cruccio continuamente di ciò che non ho. Cosa mi manca però? Di cosa ho bisogno realmente? Affetto, un mare di affetto. Virtuale? Ma no! Vero, tangibile, non solo nei gesti ma anche nelle parole. Ma non potevo neanche immaginare che nel 2011 ci fossero persone incapaci di dirti esattamente quello che pensano. Devi estrarre loro le parole con le tenaglie e giungere ( tu per loro ) alle conclusioni. Ma io mi domando e dico: “Ma perché non avere il coraggio di dirle certe cose?” E soprattutto “Perché non farlo prima??” Mi viene da ridere perché spesso mi ritrovo a parlare con certa gente e a tirar fuori loro concetti che non sanno come esprimere. Loro risparmiano il fiato ed io mi distruggo a pensare e parlare per due. Ecco perché la solitudine paga, sotto certi aspetti. Dicevo che non ho molta scelta se non ricominciare da me. Ho imparato un po’ di lezioni no? Cosa devo fare? Buttarmi a capofitto in quella miseria di opportunità che sembrano apparire all’orizzonte ( in cui credo poco ) o continuare a lamentarmi fino a che, spossato, sarò il primo nemico di me stesso? Per otto ore al giorno fingo, prendo per il culo chi non si accorge di che pasta son fatto veramente, torno a casa, respiro un po’ di sentimento vero. Ma poi? Non c’è nulla di realmente consistente in termini di pensiero, di anima, di emozioni intorno a me. C’è chi crede che un viaggio possa essere talmente emozionante da cambiarti per sempre. Balle. E solo per questo dovrei vincere una paura atavica ( di volare ) per poi tornare tale quale a prima? E’ tutto fugace ragazzi! Anche tu che sostieni che d’ora in poi io non farò più testo, perché non prendo un aereo, non ti rendi conto di questo. Questo tuo desiderio di andare lontano, queste tue nuove amicizie….E’ tutto finto credimi! Tu viaggi e fuggi dalla tua realtà. Ora non sei più parte della mia. E’ normale. Tutto è fugace. Ma io almeno non mi illudo.
 
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6 commenti:

  1. Certo che è tutto fugace, illusorio, falso... che pensavi che la felicità fosse un luogo fisico come la città in cui abiti o le strade su cui passi? C'è gente che è felice senza avere neanche le cose che tu hai (non voglio dire le solite banalità del tipo "ahh, hai la famiglia e la salute e allora di che ti lamentiii!! Pensa a quelli che muoiono di famehh!!!" perché non serve a niente).

    A dire il vero nulla serve. La realtà è quella che è e se non vuoi o non riesci a cambiarla (lì dipende dalle contingenze) puoi semplicemente cambiare occhi, orecchie, ecc... e la realtà cambierà se tu la interpreterai in modo diverso. Puoi essere felice ORA, se lo vuoi. Puoi farlo, lo sai.

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  2. Ahaha a rileggerlo è un commento del cazzo, è facile dare consigli senza conoscere le situazioni nei dettagli. Prendilo come un qualcosa di generico perché è quello che è, di fatto. Poi è meglio che me ne sto zitto perché sono il primo che sta sempre a lamentarsi della propria situazione e non applica i propri consigli a sé stesso.

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  3. Shuzzy!Il tuo non è affatto un commento del c. Anzi! La tua è un'ossrvazione onesta, diretta e pienamente aderente alla realtà. Ma chi è che non predica bene e razzola male? Ma se ci togliamo il gusto di lamentarci beh, allora.....Dici molto bene quando parli di occhi e orecchie che devono cambiare.. Assolutamente indispensabile. Ciao e grazie come sempre dei tuoi commenti!

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  4. Buon giorno Enzo. Scusami ma ultimamente non ho nulla da dire sulle tue riflessioni e vorrei limitarmi ai saluti..ma, non ho potuto ignorare la tua paura di volare. Mio modesto parere se non si vince la paura di morire il cambiamento non avverrà mai, perchè la tua coscienza tende alla conservazione del conosciuto per la tua sicurezza. Te la troverai sempre contro ogni volta che vorrai cambiare qualcosa in te. La morte non deve fare paura anzi è come dormire quando il corpo non si sente più. Buon viaggio .

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  5. Ciao Galadriel. Metaforicamente la mia paura di volare non è altro che la mia paura di stacare i piedi da terra. E di rischiare. Se non rischi, non puoi sapere. Se vuoi sapere cosa c'è oltre a volte devi osare. E magari cambiare in nome di questo. Chissà...Un saluto.

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