domenica 2 ottobre 2011

Attraversamento pericoloso

E
ffettivamente stento a riconoscermi. Anche il mio approccio al blog sembra essere mutato. Anche lui mi è del tutto indifferente. Ci scrivo, certo, ma ci credo meno. Ma che sta succedendo? Perché tutto mi appare così tremendamente ibrido e privo di ogni consistenza? La cosa che ha dell’incredibile è la naturalezza con cui tutto sta accadendo. Anni e anni per provare in ogni modo ad essere (finalmente) al di sopra delle cose. Anni di comportamenti e tecniche studiate a tavolino. Ed ora? Tutto vien da sé? E’ il leitmotiv di questi ultimi mesi. Papà sta come sta, e vivere la giornata è per tutti noi della famiglia una regola cui non ci si può sottrarre. E’ come se ci fosse stato prescritto uno di quei famaci salvavita. Ogni giorno, puntualmente, non appena poggio i piedi a terra, assumo una simbolica pastiglia. Il mio salvacondotto per la tranquillità quotidiana. Dunque la mia serenità di oggi passa attraverso una necessario senso di superiorità verso tutto e tutti. Un’ostentata sicurezza che non traspare dalle parole, ma è del tutto invisibile agli altri. Ed è proprio quando sono da solo, quando vivo i miei momenti di solitudine che mi accorgo del cambiamento. Non c’è nulla che mi tormenta, nulla che mi faccia per un attimo crollare. Io lo ripeto ancora una volta che mi faccio un po’ paura. Che sono salito su di un piedistallo sufficientemente alto per guardare tutti da un diverso punto di vista. In questi giorni, in alcuni isolati momenti di riflessione, mi chiedevo se fosse lecito domandarsi se tutto ciò ha un senso. Se queste mie giornate e questa mia progressiva e consistente aridità siano poi propedeutici a qualcosa. Stare così, non provare nulla, è un traguardo oppure un mezzo? Bella domanda. Sono il solito incontentabile: ora che ho finalmente raggiunto il mitico stand-by emotivo (e potrei di fatto essere felice), che faccio? Mi chiedo se oltre a questo può esserci altro. E’ piuttosto interessante quanto probabile il fatto di immaginarmi mentre sto attraversando una pericolosissima autostrada, e che sto evitando una per una, tutte le macchine che la percorrono. E prima o poi, arriverò dall’altra parte. Non è finita qui.
 
images

2 commenti:

  1. Penso che nella vita ci siano fasi. A volte non ne comprendiamo il senso, ma magari ci serviranno in futuro. Credo che tutto serva, anche i periodi neutri, anche quelli che ci anestetizzano.. Tutto è muta, siamo in cammino...Non conosciamo la meta...godiamoci man mano le tappe intermedie! Un abbraccio

    RispondiElimina
  2. Giusto Viola, guai perdere di vista il presente... Un abbraccio a te..

    RispondiElimina

Non fate commenti come "Anonimo". Andate su Nome/URL. Inserite il vostro nickname nel campo "nome", se non avete un blog/sito lasciate vuoto il campo URL.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails