S
ono molto lontano dal blog, sono lontano dai miei lettori. E’ più che probabile che la causa sia questa: sono lontano da me stesso. Non mi studio, non mi osservo, non mi giudico, non mi colpevolizzo. Osservo gli altri, li sento parlare, ne sento tanti ogni giorno. Sento. Il che è ben lungi dall’ascoltare. Non ho più voglia né di fare il padre confessore, né di mettere a disposizione una innata empatia per il bene altrui. E ho ormai dismesso i panni di attento osservatore di me stesso: tutti gli attrezzi del chirurgo dell’anima li ho chiusi in un cassetto e ho buttato la chiave. Vuoto. Io non ho mai avuto difficoltà ( seppur con estenuanti giri di parole ) a descrivere come mi sento. Cosa provo. Nulla, non provo nulla. La settimana si sta rivelando lunghissima, e calda; insomma, visto che io quest’anno ho deciso di odiare l’estate, questa si prolunga fino ad Ottobre. Sono piuttosto irritabile. Non sopporto gli studenti spaccaballe sul treno delle 6.30. Li reggo proprio poco, non tollero la loro voglia di parlare a manetta, di urtarmi con quegli zaini alle spalle mentre provo a dormire. Sopporto anche poco certi colleghi. Di cui ovviamente non faccio nomi. Divento piuttosto intollerante con chi non riesce a tenere una conversazione di un certo livello. Alla fine, dopo gira che ti rigira sempre solo finisco. Voglio questo. Sto diventando vecchio, invidioso, rompiballe, ma sto benissimo così. Tutto ciò che mi ruota intorno ha un unico colore ed un’unica consistenza. Non esistono sfumature, tantomeno eccezioni. Anche questa merda di servizio ferroviario mi fa incazzare. Che faccio ora? Sono finalmente arrivato alla conclusione: sono perfettamente autonomo, caratterialmente ibrido quanto basta. Cosa me ne faccio adesso del blog? Questo blog è “ragnatelato”, è vecchio, non è più il mio blog. Non sono più io, io e il mio blog ormai viaggiamo su binari paralleli. Posso semplicemente lasciarlo vuoto, fare si che rispecchi perfettamente quello che sono io, ora. Non ho più voglia di scrivere, di comunicare, di andare a ricercare le ragioni di qualcosa, di farmi domande senza risposte. Non è che per caso ho solo voglia di vivere? Non è che per caso sto tracciando una spessa linea di demarcazione tra me e il passato? Non è che ci sono arrivato al traguardo finale ? E che sto virtualmente saltando il fosso? Sono nel pieno di questo mutamento. Questo blog al momento lo testimonia. Quando sarò dall’altra parte gli dirò addio.
Si può saltare e cambiare il modo di vivere il blog. Può diventare il diario della nuova vita, o il nuovo mondo di Enzo. In fin dei conti con una scopa si tolgono le ragnatele :-D
RispondiEliminaEh si. Una ventata di novità non guasterà. Soprattutto se non riguarda solo l'estetica od il nome del blog. Un abbraccio.
RispondiEliminaCiao Enzo. Anch'io sto scrivendo poco. Ci sono quei periodi così. Sto vivendo un periodo difficile e mi pare di cavarmela bene. Sto "crecsndo". Anche tu a quanto dici. E poi non credo sia insensibilità o stare diventando invidioso e rompipalle.. Ad un certo punto credo che non si debba più permettere alle persone o agli eventi di colpirci troppo a fondo...Una specie di sopravvivenza. Non dobbiamo permettere agli altri di ferirci sempre, di ritrarci doloranti...Certe cose possiamo tranquillamente farcele scivolare addosso...Non sono importanti. La cosa importante siamo NOI ! Baci
RispondiEliminaCiao Viola, mi spiace molto che tu stia passando una fase .."così".. Sto imparando molto da questi momenti ( più che momenti a dire il vero) e ti auguro di cuore che aiutino anche te. Un abbraccio forte.
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