mercoledì 9 marzo 2011

“Tanti auguri a te” (parte seconda)

T
empo di festeggiamenti. A distanza di due giorni da quello di mia mamma oggi è il compleanno del mio papà. Già da tempo avevo pensato di dedicare qualche scritto alla mia famiglia. Quale migliore occasione se non quella di un compleanno; mi riesce sicuramente più difficile parlare di mio padre e non perché io non abbia un buon rapporto con lui. Potrei utilizzare qualche aggettivo per iniziare a definirlo: ermetico, riservato, pratico, a volte ombroso e riflessivo. Mi sono sempre chiesto come lui e mia madre abbiano potuto trovare un motivo per sposarsi. Loro, così incredibilmente diversi. Gli opposti si attraggono? Io lo trovo uno dei tanti luoghi comuni. Direi piuttosto che gli opposti hanno una discreta possibilità di incontrarsi data l’unicità di ognuno di noi. Non troveremo mai di fatto il nostro clone bensì qualcuno/a che al più si avvicina al nostro sentire, pensare, essere. Il che non significa che poi si vada d’accordo. Insomma, sono diversissimi. Il punto di forza di mio padre è sempre stato il suo senso pratico e la proverbiale calma che ne ha fatto uno dei pochi esseri viventi al mondo a non essere vittima di stress. Lui non ama e non ha mai molto amato la compagnia delle persone. Gli piace vivere il suo mondo fatto di ( ora che è in pensione ) televisione, lettura, e qualche partita di calcio. Un uomo dunque che, nonostante il lavoro lo abbia sempre posto a contatto con gli altri, ha preferito vivere la propria vita senza dover per forza condividerla con qualcuno che non fosse la mamma. La pensione, le giornate tutte uguali abbattono e rendono insofferenti la maggior parte delle persone. Lui? E’ immune a tutto ciò. Le sue parole risuonano continuamente: “ Enzo, devi aver pazienza che tutto s’aggiusta”. E lui, di pazienza ne ha avuta tanta. Il lavoro duro, la forza nelle mani che si sporcano di grasso. Le serate passate a rimuginare su come avrebbe potuto risolversi questo o quel problema. Mio padre, ha iniziato a lavorare molto giovane, come molti della sua generazione. Dalla Puglia alla Germania, poi Genova e infine, Alessandria. Ed io che, scherzosamente ogni giorni gli faccio pesare la sua scelta definitiva: “ Ma perché Genova no e questo lugubre luogo si?”. Scherzi. Lo vedo sereno ora. Ora che anche io l’ho alleggerito dell’ultimo fardello per il quale non riusciva a darsi pace. E questo compleanno sarà per lui diverso. Non lo dice, non lo dirà mai. Perché ad uno come lui, certe frasi non riesci a tirarle fuori. Te lo dirà con uno sguardo o con il compiaciuto silenzio con cui generalmente risponde alle sollecitazioni positive che vengono dall’esterno. Ride poco mio padre. Sorride, se mai. E con mia madre riesce a dare al suo timbro di voce un tono greve quando, si scontrano per ogni tipo di inezia. Così diversi, ma così uguali. Coppie di altri tempi. Beh, buon compleanno anche a te, papà. Ah, l’ho detto anche alla mamma: “Continua così”.


2 commenti:

  1. Tra l'altro che fatto strano che i tuoi fanno gli anni a due giorni di distanza l'uno dall'altro. Così fate un festone doppio :-D

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  2. Eh si, proprio così!!!! Un abbraccio.

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