C
apita a volte che hai già deciso quando scriverai il prossimo articolo e a quale argomento lo dedicherai. So già per certo il contenuto del post di domani ma mi trovo qui, comodamente in tenuta da letto e seduto davanti al mio troppo fedele amico: il pc. E sebbene io non senta il bisogno di dissertare di qualcosa in particolare, avverto quello di far andar le dita sulla tastiera. Riempire il tempo che mi conduce tra le braccia di Morfeo non è tuttavia difficile. Dal momento in cui arrivo a casa con il treno delle 17.20 a quando poggio le membra sul letto passeranno non più di quattro ore. Se mi dovessi soffermare sul budget di tempo a disposizione per respirare o meglio, per percepire un fiato di vita beh, finirei con il deprimermi. Ma afferro ogni singolo momento per la giacca ( ma il tempo indosserà mai qualche abito?) e lo trattengo a più non posso. Cosa mi sento in questi frangenti.. beh, posso dire che sono questi gli attimi in cui apprezzo il gusto del calore di casa. La tavola comunque si anima, gli argomenti a volte sono fin troppo gli stessi e questo per colpa del sottoscritto. Come già ho più volte affermato, la tempesta di novità che mi ha travolto nell’ultimo trimestre è stata ed è piuttosto violenta. Roba da riempire fiumi di fogli o da stordire i miei poveri genitori. E’ con loro, a tavola, che mi “diverto” a raccontare. E’ un Martedì che si spegne avvolto da un piacevole e rassicurante silenzio. Le giornate lavorative talvolta ti accompagnano fino a che non poggi la testa sul cuscino, altre volte rimangono là, chiuse negli uffici. E tu hai la chiara sensazione di essere uomo e vivo oltre che impiegato e stressato. Ecco, questo post è una dimostrazione più che concreta di come si afferra il tempo, di come lo si traduce a proprio favore, liberando la propria mente attraverso qualche parola scritta. Mi piace andare di getto, anche se così facendo mi riesce difficile dare un ordine preciso ai pensieri. Tutte le mattine in treno incrocio gli stessi occhi, le stesse espressioni stanche ed è normale che trovi in quel “mal comune” un “mezzo gaudio”. Facce stanche si, ma persone comunque vive, almeno credo. E io? Lo confesso, sono lontani i tempi dello zombie e delle occhiaie. Non che sia un fiore, questo è certo. Ma il tempo mi sta dicendo che è sempre mio amico, purchè non mi ostini a volerlo a tutti i costi dalla mia parte. Mi sarà fedele compagno solo se imparerò a non aspettarlo troppo e ad afferrarlo al momento giusto. C’era una volta un ragazzo che aveva paura della propria ombra, del tempo che trascorreva inarrestabile senza che lui sapesse che farsene. Ora ha la sensazione di dominarlo, di farne ciò che è meglio per lui. Com’è possibile? Questione di tempo. Morfeo, arrivo.
Crescono la consapevolezza, la sicurezza, la serenità. Molto bene..! :)
RispondiEliminaCon l'aumentare della sicurezza, riesci anche a gestire meglio il tempo. COme dice Jovanotti
RispondiEliminaE con le gambe muovo anche il cervello
E allora il tempo sarà mio fratello
E come lui mi darà sempre una mano
Mi darà tempo per andare lontano
Devo ancora capire perché la notte sia un momento particolarmente proficuo per chi scrive, eppure è così! sarà perché il silenzio che cala la sera aiuta molto la concentrazione... sarà perché in quel momento la fantasia si attiva di più e le idee iniziano a sgorgare... mah! chissà! anche io amo scrivere di getto ma come dici tu poi è difficile dare un ordine preciso ai pensieri quindi meglio riflettere un po'... tanto abbiamo tutta la notte davanti! ;)
RispondiElimina@Chiara: Avanti così!!!!
RispondiElimina@Paolo:la tua citazione musicale calza a pennello Paolo!!!!
@Giulia: La notte....devo , anzi dovrei dormire e non mi riesce.. Ma sento che potrei scrivere in qualsiasi ora rannicchiato al buio protettore delle ore piccole...