giovedì 10 marzo 2011

Percorsi evolutivi

C
omincio a non sopportare questa forte escursione termica. Temperature molto rigide al primo mattino, epiche sudate nel pomeriggio. Rifletto e teorizzo sul “secondo fine”, tipico di ogni azione umana. Penso alle amicizie estemporanee, a sequenze di comportamenti che paiono andare in una direzione e che poi improvvisamente ne prendono un’altra. Io amo parlare di stranezze. Mi sto riferendo a quei bruschi ed inattesi voltafaccia che, evidenziano, ex post, un evidente secondo fine iniziale. Quando penso che la maggior parte delle persone agisce sempre per il perseguimento di un fine nascosto ( anche il più banale ) mi sento (orgogliosamente) più bestia che uomo. Ogni amorevole animale agisce quasi sempre in nome di un istinto primordiale, la sopravvivenza. Ed ogni mezzo gli è concesso in nome di quell’essenziale obiettivo. Ah, gli uomini. Loro sono ben equipaggiati. Hanno un bel cervello, di dimensioni variabili in termini di neuroni, ma pur sempre un cervello. E allora parliamo dei danni che un optional di tale portata può causare. Ad esempio un cervello permette di pensare. E pensare provoca ( può provocare) catastrofi di dimensioni apocalittiche. Supponiamo che un uomo dotato di cervello in fase evolutiva però ancora embrionale, decida di pensare. Potrà dunque arrivare al punto di perseguire un fine stupido quale quello di beneficiare di una compagnia momentanea per riempire spazi temporali comunque limitati. In nome di questo fine, il suo cervello lo porterà ad elaborare atteggiamenti gentili, convincenti. Poi, raggiunto l’obiettivo, tornerà ad essere un’entità ( sempre dotata di cervello), soddisfatta per l’obiettivo conseguito. Ognuno di noi è titolare di un potere che gli è stato semplicemente attribuito a prescindere; nessun controllo però, può essere esercitato su come esso venga utilizzato. Da sempre sostenitore della razionalità, della logica, da sempre desideroso di recuperare anche un istinto animale perdutosi con gli anni, vorrei tanto tornare ad una fase evolutiva embrionale. Vorrei cacciare, vorrei muovermi, vorrei fare tutto ciò che posso per un fine nobile e necessario. Ed invece mi scopro umano e penso. Penso quindi sbaglio. Posso anch’io permettermi di essere viscido a tal punto da agire per circuire, da muovermi per ottenere qualcosa che è ben lontano dall’essere nobile. Questo articolo è un caos. E continua ad alimentare dubbi su quello che io sono veramente. Ragione? Si. Cervello? Spero di si. Istinto? Ah, questo sconosciuto. Stronzo e bastardo dentro? Ah ah, facciamoci una bella risata sopra. Per concludere: accetto a pieno titolo la mia condizione di umano pensante e come tale fallibile. Il giorno in cui mi concederò “un secondo” fine avrò completato il mio percorso evolutivo. Beate bestie… 


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