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ieci anni rappresentano una fetta di vita importante. Niente di più relativo del tempo però. I mie ultimi “dieci” iniziano con una vacanza in Sardegna e si chiudono con il “grande passo” Torinese. Nuotando all’interno di questo mare temporale ho avvertito sensazioni di diverso tipo. Quella vacanza ha rappresentato la chiusura di una fase di vita sul piano sociale. E sono ripartito da zero. E quando dico zero dico: zero. Mi sono ricostruito, ho provato a ricostruire un mondo intorno, fatto di improbabili rapporti che speravo potessero sempre assumere un certo spessore. Mi sono estraniato progressivamente dal mondo ma non per questo ho cercato soddisfazioni altrove. Il lavoro, avrebbe potuto rappresentare un’ottima via di fuga ma, proprio in questo lasso di tempo le grane hanno assunto dimensioni spropositate. Una cozzaglia di esperienze confuse, improbabili, assurde, tutte con un unico tratto predominante: essere fonte di stress, insicurezza, rimorsi, rabbia. Dieci anni. E va bene che sono stati solo dieci anni. Perché questo è quanto ho dovuto attendere per dare un primo, concreto senso alla mia vita. Avevo già deciso ormai ( ed è quello che farò ) di dare un’impostazione diversa a questo blog. Non posso snaturarlo, per cui le riflessioni personali saranno sempre predominanti; ma ho deciso di spostare l’attenzione altrove. Non più al centro dei miei pensieri il presente, tantomeno il futuro. Finisco con l’essere ripetitivo, contorto, noioso, mi ripiego su me stesso. Basta. Giriamo indietro la testa e ributtiamoci sul passato. Se avessi aperto il blog qualche anno fa del resto, i contenuti sarebbero stati solo questi: memorie e non stati di fatto attuali. E a segnare ulteriormente la mia scelta, un evento casuale. Ieri sera, mi sono imbattuto nell’album fotografico di un ex amico ( appartenente al vecchio gruppo della Sardegna, per intenderci). L’ho aperto e ci ho trovato una graditissima sorpresa. Mi sono ripassato tutte le facce di gran parte di quelle persone che non vedo da dieci anni, appunto. Studiando i loro volti ho notato che nulla, ma proprio nulla è cambiato. Una foto è una foto, ma io riesco a leggerci molto . Le stesse espressioni ebeti, la stessa superficialità con una grande differenza: hanno “solo” 10 anni in più. E mi sono detto: “Ma vuoi vedere che tutto questo tempo per me non è passato poi così invano?” ”Vuoi vedere che quel marasma alla fine è servito qualcosa?”. Insomma, guardo quelle foto e mi sento evoluto. Spesso ho avuto la terribile sensazione di averli buttati, questi dieci anni. Non sarà una foto a farmi ricredere, ma forse, riguardare quelle facce mi ha rincuorato. Il tempo non passa mai invano. Ma non per tutti.
è vero; per alcuni il tempo non passa invano. A me è anche capitato di ritrovare un'amica di dieci anni fa (anzi più), e scoprire che entrambe avevamo camminato, dalle diverse direzioni prese, verso un punto unico. Peccato che ora io abbia la sensazione che le strade si stiano di nuovo separando, ma tanto, ci riincontreremo!
RispondiEliminaun saluto e un augurio di allegre soddisfazioni con la "nuova versione" del blog
Lila ti ringrazio di cuore. Rivolegermi un po' al passato mi aiuterà probabilmente a capire molto di me, oggi. L'ho fatto spesso, ma senza mai mettere tutto in parole...Un abbraccio.
RispondiEliminaForse accade che nel momento stesso in cui sta passando non abbiamo vera percezione del mutamento che avviene ma poi, solo più tardi, ci accorgiamo di quanti cambiamenti il tempo stesso, le sensazioni, gli avvenimenti, hanno portato. Io mi guardo spesso indietro (l'ho scritto e riscritto sul mio blog) e ho anche provato, a tratti, nostalgia... ma mai ripercorrerei i passi fatti. Qualcosa vorrà pur dire :)
RispondiEliminaCiao "Maraptica" e benvenuta nel mio blog! Si, hai ragione. Non avvertiamo concretamente il cambiamento finchè non abbiamo la maturità necessaria per accorgercene. E riesci a vedere chi, si è fermato al palo cn un velo di superiorità.. Ciao e torna a leggermi!!!
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