A
dire il vero non so se riuscirò a portare a termine questo articolo. Ho acceso il computer circa mezz’ora fa, e date le sue ormai infinitesimali prestazioni in autonomia, temo che tutto andrà a rotoli. So che esiste un “Salva con nome” che mi metterebbe al riparo da ogni cataclisma per cui, provvederò subito a mettere in memoria pezzi di articolo. Il problema, come sempre è che non parto necessariamente per scrivere qualcosa a meno che non cominci ad avvertire il solito impulso irrefrenabile a farlo. Come si manifesta questo istinto? Le parole, le frasi, i concetti arrivano fluttuanti al cervello allo stesso ritmo con cui il cuore pompa il sangue; non potendo parlare da solo a voce alta, devo pur sempre mettere qualcosa per iscritto, no? Insomma, oggi la giornata è scorsa senza grandi patemi d’animo. Per il sottoscritto, sportellista all’Ufficio Iscrizioni Anagrafiche di una grande città, le giornate tranquille sono quelle in cui il tabellone degli utenti in coda non oltrepassa la doppia cifra nell’arco delle 8 ore. Il che ha del miracoloso. E oggi accettiamo di buon grado questo evento pronti a pagare dazio nei giorni successivi. Sembro spesso un ebete. Sono le conseguenze del pendolarismo che ti fa vestire a strati alle 5.30 del mattino per poi patire una straordinaria sudorazione alle 17. Ora, io mi esalto al solo pensiero di avvicinarmi alla bella stagione ma vorrei di fatto essere già in grado di indossare il minimo indispensabile. Mi sarà vietato l’uso di ciabatte o bermuda per ovvi motivi di decoro, ma che almeno mi sia permesso di alzarmi al mattino e impiegare non più di un minuto netto a vestirmi. Voi che dite? Mi torna in mente quell’estate del 1995 quando, in servizio presso un piccolo comune della cintura Torinese ( Torino, è nel mio destino ) il caldo era pressochè insopportabile. Non so, in un certo senso faccia pure il tempo che vuole, nudo a lavorare non ci potrei mai andare. Ecco, avevo un certo argomento di cui parlare ora che ci penso, ma sono già a più di metà foglio e ormai è fatta. Dicevo di questo Mercoledì apparentemente tranquillo; è bene non esaltarsi troppo perché le situazioni di calma apparente appunto, son quelle che più temo. La settimana vola, non mi posso lamentare. Devo confessare una cosa. Si, l’istinto a fare andare le dita sulla tastiera è sempre più forte; anche di quel simbolino in basso a destra che sta per presentarmi un triangolo giallo di attenzione. Vado ancor più veloce. E ringrazio il blogger Fabio che parlando di questo mitico trattino lampeggiante ha sfondato una porta aperta. Questo post, è anche frutto del suo contributo. Attenzione però, solo in termini di spinta e incoraggiamento. Le cazzate che ne costituiscono il contenuto sono assolutamente mie.
Poi mi dici se hai finito l'articolo o è pubblicato incompleto :-D Comunque anche io, pur uscendo meno all'alba, al mattino metto un maglioncino che nel pomeriggio rifiuto. Forse con oggi mando in soffitta la sciarpa.
RispondiEliminaOcchio che se d'estate da te mettono l'aria condizionata, paradossalmente potresti vestirti leggero per il viaggio in treno e pesante in ufficio :-D
Alla fine la batteria ha retto, ma il computer è destinato ad essere cambiato a giorni... Hai ragione, mi sa che non farò neanche il cambio stagione. Al mattino t shirt, in ufficio cappotto contro l'aria condizionata!! ;-)
RispondiEliminaAndante con finale a sorpresa!
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