martedì 14 settembre 2010

Passioni

Scrivere, fotografare, studiare l’Inglese: passioni. Ho più volte evidenziato quella che è, a mio modesto parere , la differenza tra scrivere per sé e farlo reciprocamente. Sono uno di quelli che le amicizie di penna le ha coltivate sin dall’adolescenza e ancor oggi, nonostante l’età che avanza, gli impegni, le realtà che cambiano, continua a coltivarle. Si restringe la cerchia degli amici, e diventa qualitativamente migliore. C’è nella corrispondenza il timore che una lettera dai contenuti troppo intimi e profondi a lungo andare rappresenti una zavorra per il lettore, un fardello al quale dover far fronte per poter tenere in vita un rapporto. So che non è sempre così; chi abbandona il campo solitamente, a lungo andare non può considerarsi un amico. Attraverso questo blog riscopro il piacere di scrivere per me. I contenuti non sono differenti da quelli di una comune lettera ma riscopro il piacere di non appesantire il lettore che, in questi casi è libero di scegliere se soffermarsi oppure no. C’è, non si può nascondere, una sorta di malcelata ricerca di conferme; il piacere di essere letti, scoprire che ciò che scrivi non passa inosservato, rappresentano tuttavia uno stimolo maggiore a proseguire. Che dire della fotografia. Mi piace immortalare, un po’ meno farmi immortalare. Non si direbbe, visto che spesso mi faccio fotografare, ma tratti comuni ad ogni fotografia ove sono presente sono un paio di occhiali scuri e un’espressione corrucciata. Non amo ridere nelle foto ( mi si forma un’espressione idiota sul volto ), non capisco perché nascondo lo sguardo, ma i miei autoritratti sono noiosi e tutti uguali. Ben più interessanti gli scorci, i paesaggi, gli interni delle Chiese, i cieli azzurri; una passione la mia, nata anni fa poi sopita e ritrovata grazie all’età e alla voglia di viaggiare con senno e attenzione per i particolari, non più per il solo gusto di farlo. Ho studiato l’Inglese fino al Diploma. Poi, il buio. Un’enciclopedia a fascicoli e dvd oltre ad un paio di amicizie epistolari mi stanno aiutando non poco a migliorare, nonostante il tempo sia poco e le passioni spesso debbano lasciare il passo ai doveri. Il tempo fa spesso la differenza concedendoci il lusso di scoprire qualità e talenti anche in età avanzata. Questione di senno, questione di maturità e di passione, ovviamente. Continuate ad alimentare le vostre passioni, amici lettori, sono il sale della vita. Ah, non ho menzionato la mia fedele due ruote: era sottinteso.

7 commenti:

  1. Ciò che scrivi ai miei occhi non passa inosservato perché parli di cose semplici e genuine..ciò di cui tutti abbiamo bisogno!Io invece quando scrivo tendo a buttar fuori più che altro pensieri negativi o contorti...per questo forse mi piace soffermarmi qui.
    Amo scrivere anch'io..e anch'io amo fotografare e talvolta farmi fotografare..però sempre col sorriso perché senza sorriso "mi si forma un’espressione idiota sul volto".
    :)

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  2. Ciao Michela, ti ringrazio per i tuoi pensieri sempre gentili. Non ti trovo contorta ti trovo semplicemente vera. Io, spesso per timore di rendere tutto un po' pesante mi trattengo. Ma sbaglio perchè ciò che abbiamo dentro è questo e se risulta contorto non è altro che vero. Continua così perchè trovo il tuo blog davvero interessante. Bello sapere che condividiamo due passioni non da poco..
    Enzo

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  3. Ciao Enzo,
    ho notato che commenti molti blog che anche io seguo (fra cui quello di Michi) e ho deciso di dare un'occhiata anche al tuo.
    Ha ragione Michi, parli di cose semplici, genuine ma non per questo scontate.
    Anche io quando scrivo non voglio "appesantire" chi mi legge anche perchè penso che chi decide di aprire un blog debba mettersi nei panni di chi legge.
    Scrivere di ciò che può risultare più piacevole. Insomma non si può scrivere solo per noi stessi se si vuole che gli altri ci "leggano".

    Mi farebbe molto piacere se tu visitassi anche il mio blog.
    Il link lo trovi cliccando sul mio nick. Se ti va mi farebbe mi faresti un gran regalo... Intanto io ho deciso diu seguirti :)
    A presto spero

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  4. Scrivere, fotografare, studiare l'inglese: quoto, condivido e sottoscrivo. Ma su una cosa in particolare dissento: fotografare persone è ben più emozionante che fotografare paesaggi. Non a livello di bellezza: in entrambi e casi si possono produrre fotografie meravigliose, bellissime. Il fatto è che una bellissima fotografia di un paesaggio è muta nella sua bellezza. Una fotografia di una persona risce, in qualche modo, inspiegabilmente a parlare, a volte :)

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  5. Ciao Chiara! Una fotografia trasmette sempre qualcosa, un po' per merito del soggetto, un po' per l'abilità del fotografo. Un viso, talvolta, riesce a parlare, questo è vero. Il mio, spesso nascosto da un paio d'occhiali, è muto...

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  6. Infatti il punto non è ridere mentre parte lo scatto per la foto. La buona foto dipende dal fotografo che sceglie il momento, la situazione distesa, o ti da un motivo per sorridere. Mica si sorride ad un click. Insomma. Dovresti trovare uno che ferma l'attimo senza che l'attimo lo sappia

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  7. Ciao Antonella,infatti. La mia espressione rabbuiata probabilmente nasce dal fatto che quella foto è lì giusto per far numero, non per trasmettere qualcosa.

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