martedì 28 settembre 2010

Milano, parte seconda

Ci sono luoghi a Milano che a molti appariranno del tutto privi di significato: la Fiera di Senigallia, il Teatro Nazionale, Via Elba, la fermata Wagner della metropolitana. Passano gli anni, cambiano gli attori, non lo scenario. E’ così che, da quella lontana estate del 1983 Milano è diventata volente o nolente, un abituale luogo di incontro, il capolinea delle mie fughe. Ancora fino a qualche anno fa, in un momento di profonda crisi sul piano relazionale e sociale, Milano mi è venuta in soccorso regalandomi nuove amicizie, nuovi stimoli. Fuggo continuamente dalla mia realtà, lo faccio per tantissimi motivi e il fato ha voluto che sia Milano il luogo ove riesco a ritrovare la mia dimensione, il mio sempre traballante equilibrio. Sarebbe ingiusto attribuire semplicemente ad un posto ogni merito, probabilmente il caso ha voluto che  fosse sempre quello ma, sono gli attori a fare, ora, la differenza. E’ davvero triste giungere alla conclusione che, il luogo in cui sei nato e cresciuto in fondo non ti ha dato nulla, soprattutto sul piano emozionale. Io ho pochissimi amici qui, e quei pochi sono amici d’infanzia. Con il tempo le vite prendono percorsi diversi ma, quando capita che ci si incontra, a lamentarsi, sono sempre e solo io. Fuggo, fuggo sempre. Ma fuggo verso qualcosa che mi faccia sentire il più possibile me stesso, senza dover per forza giustificare comportamenti, e stati d’animo. Mi rendo conto che Milano, Torino, o qualsiasi altro luogo non cambierebbero la vita a nessuno; a farlo sono sempre e solo le persone. Ora, sono istintivamente portato ad esaltare Milano perché da lì sono passate alcune delle mie più belle vicende di vita, poi, si potrebbe dire di tutto e di più. Non è certo il clima, a rendermi così sereno, non è certo lo smog. Una combinazione di persone, di luoghi, di sentimenti veri. Questo è probabilmente a rendere unici i rapporti; un gioco , un intreccio di fattori che rendono tutto, inevitabilmente più bello. Arrivare in treno a Milano da Alessandria è un’avventura che consiglio a pochi di affrontare. Nonostante siano passati più di vent’anni dalla prima volta che ci andai, Milano sembra dunque sempre molto lontana da raggiungere. Affezionarmi ad un luogo mi riesce difficile, Milano è riuscita nell’impresa. Grazie, un grande grazie a chi, ha fatto e continua a fare la differenza.

4 commenti:

  1. Anche io sai non sono molto legato al luogo in cui sono nato, dove abito.
    Non so perchè ci affezioniamo piu facilmente a posti che non ci hanno visti da piccoli, cosi come riusciamo alle volte ad aprirci maggiormente con persone che appena conosciamo...
    Un abbraccio

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  2. Ciao Andrea, penso si tratti di una questione di "pelle". I luoghi, come le persone, spesso ci attraggono per qualcosa che a volte non sappiamo nemmeno spiegare. Scatta la scintilla. E, il luogo dove si è vissuti spesso non sa regalarci quell'emozione.
    Un abbraccio a te.

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  3. Si, è una questione di pelle...di emozioni, sensazioni.
    Bello come scrivi, hai dentro il mare.

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  4. Nicole, è un complimento bellissimo.
    Grazie!

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