giovedì 24 gennaio 2013

Passeggiata

O

ggi non è stato facile. Io non so più come dirlo, come spiegarlo, non so se sia opportuno stare qui a ribadirlo. Quotidianamente ho la prova provata del mio destino già segnato e mai voluto veramente. Io amo stare nella più beata solitudine. Ma parlo arabo? Pochi di noi amano il proprio lavoro, spesso e volentieri la gestione della convivenza forzata con i colleghi si rivela piuttosto ardua. Io sto bene con loro, a parte le solite beghe quotidiane. Poca roba. Semplicemente non amo convivere, non amo condividere, a prescindere. Chi mi vede barcamenarmi, lamentarmi, sospirare, ridere, scherzare, fare battute, parlare a raffica per otto ore al giorno probabilmente si è fatto un’idea diversa. Sono maschere ragazzi, sono maschere. Lo scopo è essenzialmente quello di esorcizzare una vita lavorativa alienante, devastante sotto il profilo dello stress. E poi c’è il quieto vivere. Posso mica caricarmi anche dell’inutile fardello degli scontri in ufficio? Non sia mai! Maschere. Da bravo attore spesso mi diletto nella forzatura della parte, cercando di creare un’immagine nell’immagine, fino all’esasperazione del ruolo. Divento protagonista e attore principale. E ci sono pro e contro. Finisco con lo stare al centro dell’attenzione, mi imbarazzo. Detesto la parte di me che si mette in piazza senza un prezzo: fragile, disponibile, accondiscendente. Non ce la faccio più a forzare. Continuo ad indossare la maschera ma sinceramente non voglio che il gioco finisca per colpirmi alle spalle come un boomerang. Ragazzi non riuscirò mai a condividere uno spazio con qualcuno. Oggi ho sentito tante, troppe voci intorno a me, non le sopporto. Mi sono più volte chiesto se sia colpa mia, di quel maledetto finto modo di fare che questa vita di merda mi impone. Quando ho varcato la porta dell’ufficio, sembrava io avessi fatto a pugni con me stesso. Ho sentito sovrapporsi parole, risate mentre io cercavo di volare, di assentarmi. Io sono Enzo, e non voglio cedere a nessun compromesso. Voglio silenzio, voglio essere orgoglioso di me, voglio la mia libertà di pensiero. Ma che lamentoso e lamentoso! Ma piantatela di dire che sono permaloso, che sono un debole. A prescindere dalla parte imposta per otto ore, quello che io sono nessuno lo sa. O pochi sanno. Ma è davvero straordinaria la capacità degli umani : riescono a convincerti sempre più del tuo destino, della tua condizione. La passeggiata per Torino mi ha fatto bene. Io e nessun altro. Sono un uomo libero!

 
passeggiare_riva_mare


2 commenti:

  1. ci deve essere qualcosa di profondamente sbagliato nei meccanismi umani, se nei posti di lavoro ci si sbrana.

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    1. Esatto Sara. Pwersonalità deviate. Buona serata.

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