martedì 28 dicembre 2010

Ruote e Valigie

F
inalmente il mio blocco per appunti e la mia penna. Il “buco” di orario sul treno del ritorno mi regala (si fa per dire) circa cinquanta minuti di attesa in stazione, prima della partenza. A questo punto ho diverse alternative: girare a vuoto tra i negozi della stazione (li conosco ormai a memoria però), uscire e farmi due passi in Via Roma ( fa troppo freddo); terza opportunità, prendere posto sul treno già pronto al binario. Avete già capito per quale delle soluzioni ho optato; di certo è quella più appropriata per scrivere qualcosa di leggibile, almeno spero. Ogni mattina, scendendo in garage per recuperare la macchina, non posso evitare di dar un rapido sguardo a quel lenzuolo che mestamente copre la mia amata due ruote a pedali. Sarà che già di mattina presto i pensieri più strani mi assalgono ma guardare quella ruota che timidamente fa capolino da sotto il lenzuolo, mi mette di buon umore. La sbircio, e salgo in auto. Fuori siamo ben al di sotto dello zero ma tra me e me penso che se toccassi quella ruota, la sentirei ancora calda, quasi rovente. La sensazione di calma e pace è intensa. Avevo già accennato al potere del pensiero positivo, a quanto alcune immagini su cui ci concentriamo, possano arrecarci notevoli benefici. Il grande albero al centro del grande campo, ed ora anche una semplice, inutile ruota. Sto di fatto aprendo gradatamente quella valigia nella quale, durante i mesi estivi ho riposto accuratamente sensazioni ed immagini uniche. Perché uniche: perché frutto di momenti vissuti in totale solitudine immerso nella natura. E chi se non la mia due ruote poteva darmi tanto. Oggi è stata una di quelle giornate in cui la testa viene bombardata di nozioni, procedure, dati, e via dicendo. Ho provato ad inglobare tutto nonostante l’attenzione non fosse ai massimi. Il fatto è che oggi mi sono portato dietro la valigia e, di tanto in tanto provavo a prendere qualcosa: un po’ di quel silenzio stridente, un po’ di quel sole a picco che ti frena la salita, un po’ di quel contrasto di verde e blu ormai dimenticato. Il treno è appena partito, un’altra sensazione di calore mi avvolge. Che poesia, il riscaldamento ogni tanto, funziona.


4 commenti:

  1. Che bel post, sembra quasi di essere lì su quel treno :-D

    La due ruote richiama sempre l'estate, anche a me fa pensare le lunghe pedalate che faccio con la bella stagione.

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  2. Grazie Paolo. La bici mi manca tanto..Arriverà il momento tanto atteso, basta sbirciare di tanto in tanto quella ruota..;-)
    Buona serata.

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  3. Un blocco per appunti su un mezzo di trasporto pubblico, e una penna in mano ansiosa di scrivere! Come ti capisco. Fuori in questi giorni fa freddissimo, come preferirlo ad n comodo posto al calduccio, dove poter stare finalmente soli con i propri pensieri? :)

    Anche io adoro la bici d'estate, ma solo d'estate, perchè la campagna dove abito io diventa terribile con la brutta stagione. D'estate, però, diventa il paradiso sceso in terra, il locus amoenus di ogni poeta; la Natura rinasce e respira a pieni polmoni!

    Il pensiero positivo è un bene prezioso e se i tuoi pensieri profumano di Natura supererai l'inverno dentro, così come quello fuori.

    Un post davvero bello, che profuma di Sole, di vento sul viso, di energia che si trasforma: profuma di Natura, insomma :) saluto!

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  4. Grazie Goccia, pensieri calorosi, pieni di luce. Ne ho bisogno. Oggi ho tirato nuovamente fuori qualcosa dalla valigia. In silenzio, cerco di dare luce a situazioni molto grigie.
    Un abbraccio.

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