sabato 18 dicembre 2010

Dotazioni necessarie

A
rmatura del pendolare: un nuovo lettore mp3 da 8 gb (espandibile), un libro di Paolo Coelho, un blocco note per appunti vari. I viaggi, i volti, le voci, le stazioni, le corse: sto tornando prepotentemente indietro nel tempo e questo articolo è per me una sorta di auto-incoraggiamento ad affrontare la vita del viaggiatore quotidiano. Correva la fine del 1994 quando ricevetti la conferma che la mia domanda di obiezione di coscienza era stata accettata; la mia destinazione, Caselle Torinese. Ebbi pochi giorni per capire, per realizzare che non sarebbe stata una passeggiata raggiungere quel piccolo paese a nord del capoluogo. Un treno, un tram, un pullman. Gli inizi furono massacranti. Ricordo perfettamente il treno delle 5.40 con le prostitute che, terminato il turno occupavano gli scompartimenti urlando come fosse mezzogiorno. La mia brioche consumata con un occhio aperto e l’altro semichiuso. Il tram per Corso Inghilterra mi portava dritto alla stazione dei pullman. Qui, l’attesa per il trasferimento a Caselle. Dopo circa tre-quattro mesi, tutto mi divenne amico, persino il frastuono delle “ragazze” che tornavano a dormire. Io andavo a fare ciò che avevo chiesto di fare, per la grande cifra di 157.000 lire mensili che ovviamente, mi servivano per pagare i vari abbonamenti ai trasporti. Quando l’esperienza finì, stetti male. A distanza di quindici anni ad essere ancora fortemente impresso nella memoria non sono le corse per acciuffare una coincidenza, le voci delle turnanti notturne, i treni guasti, il pullman imbottigliato nel traffico. Ben altro mi sovviene: le voci dei bimbi festanti durante le mie attività di laboratorio ad esempio. E poi Dario, il bimbo che voleva essere sempre preso in braccio prima di andare a fare il riposino pomeridiano. Come posso dimenticare la tristezza sul volto di Angelo, il ragazzo disabile che accompagnavo a casa ogni giorno a fine scuola, quando seppe che me ne sarei andato. So che certe esperienze sono uniche. Mi piace appigliarmi ad un ricordo, autoconvincermi che quando si trovano motivazioni tutto può assumere una forma ed un peso differenti e determinanti. E in questi giorni che precedono la nuova avventura, quel fantastico 1995 mi è tornato spesso alla mente. Cosa fa la differenza ora? Un mp3 da 8gb, un libro di Paolo Coelho, e un blocco appunti. Per ora. 


3 commenti:

  1. Eh sì, a volte la vita ci riserva dei Dejavu, dei fatti che ritornano. A volte fa bene rivivere vecchie esperienze.

    Per il resto, vedo che ti sei già organizzato :-D

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  2. "Un libro di Paolo Coelho" è la cosa che preferisco. In bocca al lupo per tutto, Enzo.

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  3. Spesso è proprio quando facciamo molta fatica per una piccola soddisfazione che ce la godiamo di più... che poi nel tuo caso parlare di piccola mi sembra ingiusto... non so in che settore eri ma se hai parlato di bambini allora hai detto tutto. Tesori. :)

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