sabato 27 novembre 2010

Sala d’aspetto

A

suggerirmi l’articolo di oggi è stata una canzone. Se volete ascoltarla mentre leggete il post, vi allego il video. Ascolto pochissimo la radio, anche in macchina; di gran lunga preferisco il mio lettore mp3 o i cari vecchi cd ove custodisco tutta la mia musica preferita. Si rende di tanto in tanto necessario qualche aggiornamento perché capisco che, ascoltare in random sempre gli stessi brani può risultare noioso. Qualche giorno fa però, trovandomi a fare il passeggero, ho sentito questo pezzo provenire dalla radio. E come sempre accade quando parte l’attacco di una qualsiasi canzone, comincio a fare vari collegamenti cercando di immaginare a quale preciso momento della vita quel brano mi riporti. Ma questo gran bel pezzo di Raf ha un particolare significato essendo di fatto celebrativo della fine di un’epoca di cui tanto si parla e a cui spesso con grande nostalgia si ripensa. Mentre ascoltavo la canzone mi è sovvenuta un’ ”incredibile” intuizione: ma, stiamo o non stiamo avvicinandoci alla fine di un altro decennio? E nonostante l’idea di guardarmi indietro mi incuta il solito timore, viene spontaneo provare a fare un’analisi di questi dieci anni di vita. Sotto il profilo personale devo riconoscere si è trattato di un periodo se non buio, piuttosto oscuro. Un periodo durante il quale l’insicurezza unita all’incapacità di affrontare situazioni e adottare decisioni di una certa rilevanza, si sono rivelate determinanti per il mio futuro a livello professionale. Ci sono stati momenti in cui avrei potuto e non ho agito, altri in cui avrei dovuto e ho avuto paura. Questi dieci anni? Sotto il profilo delle relazioni personali li potrei immaginare come una grande sala d’aspetto all’interno della quale si sono avvicendate tante persone (ognuna con il proprio bagaglio -talvolta pesantissimo- ) nessuna delle quali però, mai seriamente intenzionata a fermarvisi. Un grande andirivieni dunque, ove l’unico spettatore immobile, senza una precisa destinazione, pareva proprio il sottoscritto. Ma sarei davvero ingiusto se non riconoscessi a questi dieci anni il merito di avermi fatto incontrare persone per cui è valsa la pena e vale tuttora la pena di dire: “andiamo avanti”. Mentirei a me stesso se non sottolineassi quanto questa fase sia stata fondamentale per la mia crescita interiore. Il decennio dei miei “40”. Beh, che dire di fronte a tanta saggezza acquisita: chiudo questo articolo con un grazie ai miei anni che sono scivolati via così rapidamente quasi a volermi fare aprire gli occhi sul mondo.Quel mondo di cui forse ora ho ben chiari i confini.

Raf– Cosa resterà degli anni 80

4 commenti:

Non fate commenti come "Anonimo". Andate su Nome/URL. Inserite il vostro nickname nel campo "nome", se non avete un blog/sito lasciate vuoto il campo URL.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails