giovedì 11 novembre 2010

La solita minestra

D
ando una rapido sguardo alle etichette relative ai miei articoli, balza all’occhio quella contrassegnata come “Amicizia”. Ho pubblicato poco più di un centinaio di post su questo blog e, sapevo che molti dei miei scritti avrebbero avuto proprio l’amicizia come tema dominante. Scrivo quasi sempre di getto, è raro che mi prepari un argomento, a meno che non mi capiti di trarne spunto da qualcosa che mi colpisce. A leggere il blog nel suo complesso comunque si riesce a tracciare una ben definita predisposizione del sottoscritto alle turbe, alle analisi di ogni singolo comportamento proprio ed altrui. E sull’amicizia, volendo, avrei da dissertare ancora a lungo. Questa volta parto dalla valutazione complessiva che ho effettuato relativamente ad amicizie sorte di recente, per via epistolare. Ho individuato due teorie piuttosto nette e differenti: la prima, sostiene che a lungo termine questo tipo di amicizie ( anche in vecchio stile cartaceo) perdono consistenza e di entusiasmo se viene a mancare il momento dell’incontro. La seconda, invece ( ed è la mia ) parte dal presupposto che, a prescindere dalla distanza tutto può durare, basta volerlo. Questa estate, anche un po’ per “testare” l’affidabilità della prima tesi, ho deciso di incontrare una persona con cui avevo instaurato un ottimo rapporto di “lettera”. L’ho fatto con piacere e aiutato in parte dalle circostanze. Ma l’ho fatto. Dopo circa un paio di mesi, e nonostante tutto fosse filato liscio, come si dice, questa persona ha fatto una scelta: sparire concedendomi solo due righe di commiato.L’ho presa male ma, il tutto è durato non più di un battito di ciglia. Sarà, ma a quelli che continuano a cercare amicizie sul web e che ritengono sia fondamentale poi un incontro per suggellare e dare un senso a tutto dico che non è sempre così. A volte si, a volte no. Mi fa solo ancora un po’ arrabbiare il fatto che un incontro dal vivo non abbia evitato di pormi davanti all’ennesimo silenzio, all’ennesima sparizione senza un minimo di dialogo chiarificatore. So che pretendo troppo e che si dovrebbe rispettare ogni scelta, ma allora, meglio tenere un profilo basso, meglio non ergersi a santoni predicatori, meglio agire e non teorizzare. Ed è anche per questo che, nonostante questo articolo dimostri il contrario, sto pian piano abbandonando le mie elucubrazioni sull’amicizia. E soprattutto ho smesso di pormi domande. Un certo disincanto, sintomatico del fatto di aver conosciuto tutto lo scibile in tema di razza umana. La solita minestra, o devo aspettarmi altro? Basta, spero di non parlarne più.

3 commenti:

  1. Amicizie a distanza? Ah penso possa farne un trattato. Innanzitutto ti dico che io da 8 anni faccio il "pendolare d'amore", tra Lombardia e Lazio. Mai avuto problemi per fortuna, anzi sono soddisfatto della scelta fatta.

    In più, frequentando un forum di appassionati di treni, ho amici per tutto lo stivale. Alcuni li vedo una volta all'anno, altri li vedo una volta ogni due mesi e comunque siamo sempre in contatto tramite Skype. La distanza a volta è solo una scusa per mollare una persona perché se si vuole le distanze si annullano. Però devono veramente volerlo entrambe le parti; purtroppo a te è andata male, l'altre parte a quanto pare non voleva.

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  2. Caro Paolo, anch'io ho un'esperienza di amicizie ( e non solo ) a distanza, direi quasi decennale. E l'esperienza mi porta ad essere d'accordo con il tuo punto di vista. La differenza spesso non la fanno i chilometri ma gli stimoli, la volontà, l'affetto, e in alcuni casi, l'amore. A me non è andata bene. Ma il fatto che ancora ne parlo, vuol dire che forse ancora ci credo. Ciao.

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  3. Fai bene a crederci, alla fine è un metodo che può funzionare.

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