martedì 19 marzo 2013

Raschia che ti passa

B

uongiorno piccolo ed inutile uomo, sei pronto per la tua ennesima ed inutile giornata? Forza, prendi lo zaino ed infilaci dentro le solite cose che tu sai: maschera, tolleranza e aggiungerei un pizzico di stupore. Troverai sempre qualcuno capace di far vacillare ogni tua certezza; a questo punto, non dimenticare l’antidoto. L’autostima fa miracoli, lo sai. Le mie giornate iniziano così, la voce fuori campo mi sveglia quasi sempre mezz'ora prima del previsto nel caso mi scordassi di iniziare a pensare, nel caso poi mi ritrovassi a lamentarmi a fine giornata. Non dire che non ti avevo avvisato, direbbe la voce fuori campo. Anche l’elegante stazione barometrica sulla mensola della libreria faceva mostra della sua bella maschera di apparenza. La luce lampeggiante arancione nel buio della stanza pareva evocare teneri e compassati risvegli. “Ice alert”. Cristo, ancora ghiaccio! Sapete, non faccio mai caso ai miei gesti mattutini tanto sono ripetitivi e destinati ad un immediato dimenticatoio non appena oltrepassata la porta di casa. Sarebbe curioso sapere se poggio prima il piede destro, oppure il sinistro ad esempio. La stazione barometrica non sbagliava. Ho ritrovato la mia vecchia auto coperta da uno strato di ghiaccio spesso come mai avevo visto durante l’inverno. Ho tirato fuori una vecchia paletta dal cassettino del cruscotto e ho cominciato a raschiare. Non veniva via. Ho immaginato di essere un bel parabrezza e che qualcuno provasse con tutte le sue forze a ripulirmi da quello spessore, senza poi grandi risultati. Certo che pensare od il solo immaginare metafore della vita quando il tuo treno partirà da lì a poco è sintomatico di sana follia. Mettendomi dunque nei panni del parabrezza potrei capire le imprecazioni di coloro che da tempo stanno usando palette ben più grandi per scardinare la lastra che mi copre il cuore. Non ci sono treni da prendere, c’è una vita che va avanti, che non sai quanto tempo hai; forse ne hai tanto oppure niente. Chi va di paletta non vuole perdere tempo. Ma io non sono un parabrezza. Riscoprire nei gesti quotidiani anche i più banali significati della vita non sarà come dare un senso ad essa, ma aiuta a riflettere sul significato che io, ho deciso di darle. E non mi allontana dal mondo così tanto, visto che una gran parte di esso perde il suo tempo a credere nelle cose più inutili. Ora la voce fuori campo mi chiama, devo andare.

 
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