mercoledì 27 marzo 2013

Odori e rumori

E

qui ti accorgi di qualcosa che sta cambiando ma, attenzione, potrebbe trattarsi di una semplice illusione. E’ la vita a dirti chi sei e dove stai andando. Te lo dice ogni volta in cui tu credi di averla capita, di conoscere ogni minuscola sfaccettatura del suo essere tale e puntualmente ti rendi conto che non è così. Probabilmente anche la vita più merdosa e noiosa come quella del sottoscritto può dire qualcosa. Oggi ad esempio mi ha ripetuto fino alla nausea che Enzo è forte, tanto forte. Enzo ha un cervello a prova di bomba, una resistenza fisica e mentale, una tolleranza, uno spirito di sopportazione inarrivabili. La vita noiosa e merdosa oggi mi ha detto che devo smetterla con le paturnie sull’autostima perché sono capace di arrivare dove altri cretini, ignoranti e presuntuosi, credono di essere già arrivati. Poveracci, sono spazzatura. Vedete che scherzi fa la vita? Lei non cambia, è sempre la stessa identica e monotona tuttavia agisce con tale insistenza su di noi, da renderci incredibilmente forti. Oggi ho tirato fuori il meglio di me quanto a sopportazione. Oggi odiavo la gente. Ho pensato ad un certo punto di intitolare questo Mercoledì : la giornata della puzza e del rumore. Non avevo mai incontrato così tanta gente poco avvezza all’uso dell’acqua e sapone. Ne incontro tantissima ogni giorno, mi sfiata addosso, mi mostra le squallide terga debordanti, russa scattando e colpendomi le braccia. Forse per quello odio l’umano. Perché non ne sopporto nemmeno più l’odore. Desidero uno spazio vitale e di movimento tale che la gente non possa starmi a meno di un metro dal corpo. Divertente! E del rumore? Passi quello dell’ambiente di lavoro. Ma faccio una fatica tremenda a sopportare i cellulari che suonano, i cafoni che urlano alle 7 del mattino. Poi arrivo a casa, mi siedo sul cesso senza nemmeno accendere la luce: ho bisogno di due cose più che espletare il bisogno. Queste cose sono : buio, e una mano a stringere gli occhi nel gesto di liberare la tensione. E’ da qualche giorno che arrivando a casa, saluto mia madre, scambio persino qualche parola prima della doccia. E poi, a cena, provo anche a raccontare qualcosa della mia giornata. So che loro non capiscono o meglio, non possono immaginare. Ma ho smesso di buttare la valigetta sul letto, di blaterare a bassa voce improperi. La vita non cambia, è sempre un’orrida sequenza di gesti, parole, rumore e…puzza. Io ascolto quello che ha da dirmi ( a volte lo fa ) e vado avanti.

 
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