C
redo di non sentirci bene da un orecchio. In modo particolare quello dal quale continuo a sentirmi ripetere la stessa cosa da tempo: “Sei una persona speciale, ma tu non ti valuti, non ti stimi, credi sicuramente poco in te stesso”. Effettivamente, come la cara amica Katia mi ha da poco ricordato, la percezione che gli altri hanno di te è strettamente legata a quella che tu hai di te stesso. L’umiltà e la sensibilità sono doti ma si deve assolutamente evitare che esse rompano gli argini finendo con l’abbattere quelli che sono i muri della dignità e dell’orgoglio personale. E dire che me lo sento ripetere ogni giorno, soprattutto da un paio di colleghe che ormai conoscono perfettamente quella che è la mia litania quotidiana. Non riesco a sentire loro, non riesco a convincermi di quello che dicono e, cosa ancor più grave, non riesco ad ascoltare me stesso. Se io potessi anche solo per un giorno uscire dal mio corpo e osservarmi, nei gesti e nelle parole, probabilmente mi verrebbe il voltastomaco. Perché a pensarci bene, ci si deve provare a mettere nei panni altrui e concentrarsi su quella che è poi la percezione che loro hanno di te. Un esercizio di trasposizione. Attenzione però. Non si tratta di indossare maschere e far finta di essere chi non si è per piacere agli altri. Qui si tratta di continuare ad essere sé stessi, evitando solamente di ripetere, ad ogni minima occasione, di essere troppo umile. A tal punto da denigrarsi. A dare un’immagine boriosa e sprezzante non serve molto impegno. Più difficile è non darne una terribilmente negativa. Come faccio?? E’ così tutto chiaro, è tutto terribilmente evidente. Perché io non mi piaccio a tal punto? E attenzione ancora: quando incontri persone dotate di una particolare sensibilità, esse si accorgono di questo e te lo fanno notare. Ma se ti imbatti nei soliti pressapochisti, superficiali perfidi soggetti, questi ti mangiano vivo. Non vedo e non sento bene. Non mi accorgo di nulla e perdo tanto, tantissimo tempo a distruggermi. Questo post è una ventata di ribellione ad una situazione di fatto che, pare immodificabile ma non è. Non so quante volte ancora me lo sentirò dire. Magari poi, ci si stuferà anche di ripetermelo. Ma avrei davvero bisogno che qualcuno, magari con una bella telecamera nascosta, riprendesse una mia giornata tipo. Credo che avrete occasione di assistere ad un film nel quale l’attore principale recita da perfetta comparsa. Vi chiederete come mai. E la vostra domanda è legittima; peccato che sia io l’unico a non pormela!
Caro Enzo non voglio commentare neanche una riga di quello che hai sritto. Vorrei solo che tu facessi una visitina qui:http://www.qualesenso.com/2011/08/resistenza-al-cambiamento.html#comments
RispondiEliminae leggessi il commento di Legolas.Se poi hai tempo puoi anche leggerti tutto quello che scrive Luisa una donna meravigliosa. Conoscila e mi darai ragione cè anche una sua foto nel "benvenuti nel mio blog" è molto carina e dolce come uno zuccherino!!!! Ciao.
E' impressionante quel commento. Sembra l'abbia scritto io. Grazie del consiglio, mi sono unito al blog. Un abbraccio!!!!
RispondiEliminaMa essere sé stessi, semplicemente?
RispondiEliminaCerto non si può esserlo davvero, ma basta smussare le ovvie esagerazioni che tutti noi bene o male abbiamo.
Sei troppo sensibile? La risposta non è fare la parte dello stronzo perché se non lo sei davvero sarà visibile che è una stupida recita.
Cerca di essere ciò che sei e basta.
Ma poi da quando la sensibilità o l'umiltà è qualcosa di deleterio?
Shuzzy,si. Essere sé stessi. Non ne ho mai dubitato.Raramente "forzo". A volte mi viene da pensarlo per adeguarmi ad un mondo dove sembra che chi è eccessivamente riflessivo, passa per noioso e lugubre. Forse. Non è deleterio essere umili e sensibili. Lo diventa quando la disponibilità oltrepassa i limiti della dignità. E a me spesso capita. Un saluto!!!!
RispondiEliminaCiao Enzo. Sei al secondo giorno di vacanza: non lo sprecare, rendilo un giorno speciale! Domani torno al lavoro e sento già che avrò poca pazienza "dietro lo sportello" !
RispondiEliminaCara Viola, come ti capisco....quel maledetto sportello.. Il mio secondo giorno di ferie? Leggilo nel prossimo post. Un abbraccio
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