domenica 22 settembre 2013

Otto minuti

E

andiamo, salutiamo questo fine settimana. Guardando il bicchiere mezzo pieno potremmo dire : “Un altro passo verso la primavera”. Bella questa filosofia di vita vero? Potrebbe mai farmi paura l’inverno? E perché mai? Decisamente più realistico aver timore della vita perché è lei a regalare le sorprese ( belle e brutte ) più inaspettate. A fronte dell’imprevedibilità della nostra esistenza nulla è rilevante, meno che mai il lavoro o le solite questioni sulla sempre più difficile vita di relazione. Spesso ho pensato di credermi l’unico a provare certe sensazioni. Beh, non è così ma di certo sono uno di quelli che le amplifica, le diffonde rendendole pubbliche ed esposte alla più differente umanità. Ne pago le conseguenze; devo in particolare accettare il fatto che tutti a questo mondo hanno la lingua per parlare ma una percentuale minima la collega al cervello. Dicevo, non sono certo l’unico a provare ad esempio, ostilità verso il genere umano. Questa mattina sono andato in palestra. E’ un luogo assai diverso da come lo si immagina, almeno quella che frequento io: intima, quasi silenziosa, privata. Ovviamente mi piace. Non appartengo a quella categoria di fanatici che vede nel tipo di locale in questione, il luogo giusto per approcciare. Mi sono seduto sulla cyclette e ho cominciato a chiacchierare con la ragazza a fianco che, in non più di quattro minuti a cominciato ad andare a fondo del suo privato. Tanto che per un attimo, ho avuto l’impressione stesse per piangere. Palestra strana oppure casualità di un incontro di un certo spessore? Il nostro colloquio è durato poco più di otto minuti, poi ci siamo salutati. Il dialogo traboccava di termini come : gente, odiare, solitudine, amicizia, alienazione, disagio. E mentre iniziavo a caricare pesi e a caricarmi, giungevo alle solite conclusioni: perché mai crucciarsi, perché mai fare di un malessere comune un caso singolo, perché mai, io? Viene naturale sottovalutare gran parte delle problematiche che mi affliggono sebbene ci siano momenti in cui soffro realmente. Viene altrettanto semplice portare avanti le proprie idee, non dico vantandosene ma costruendoci sopra un tentativo di accettazione del mondo.

 
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2 commenti:

  1. La gente ha bisogno di parlare.. peccato che quando lo facci si limiti a scaricare tutto il suo malessere e poi via!
    Il brutto è che se uno è già "pieno" di suo, vada alla fine a trasbordare di malessere... Ecco perchè mi scelgo bene con chi chiacchierare e se capita il pessimista di turno mi schermo, lo lascio parlare senza nulla prendere... anche se non son "piena".. perchè "riempirmi" di malessere altrui?
    Ciao Enzo!
    :-)

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    Risposte
    1. Sara sono d'accordo. Tempo fa raccoglievo confidenze, problemi, paturnie varie nonostante io stesso avevo le mie problematiche che per carattere non "scaricavo". Poi mi sono stancato. Ora preferisco scrivere ed evitare di tormentare qualcuno. E' pur vero che l'amicizia dovrebbe prevedere un reciproco scambio, ma se non si dosa, si rischia di collassare. Un salutone!

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