sabato 14 settembre 2013

Curve e salite

V

oglio evitare ogni forma di retorica spicciola per cui rinuncio a raccontare nei particolari, della mia uscita settimanale in bicicletta. Qualcuno si meraviglierà ma niente come l'esperienza della bici può essere assimilabile alle situazioni della vita. Le metafore si sprecano e, nel mio caso, ogni uscita è un ripasso generale dei miei limiti, delle mie paure. Ma, di contro, rappresenta il terreno su cui crescono fertili le capacità, i lati positivi, gli aspetti migliori del mio carattere. Non a caso pedalare è un'attività che conduco in solitudine e, fidatevi, i vantaggi sono davvero tanti. Come mi era già capitato di dire, certe emozioni non devono essere necessariamente condivise con qualcuno; lo scopo è quello di far arrivare al cuore un getto di calore, di novità, una spinta che lo porti in alto, sempre più su. Dell'esperienza odierna voglio rimarcare un concetto che mi è caro: mai fermarsi prima di una curva, di un abbozzo di salita. Mai farlo solo perché non riesci a vedere oltre. E soprattutto guai non farlo se a fermarti è solo la paura di fallire. Vedete? Retorica. Ma la bici è un macchinario complesso che aspetta solo che le tue gambe vadano in sincrono con il cervello. La combinazione è magica, unica. Non voglio dilungarmi sull'aspetto romantico, perché potrei anche abbandonare la mia corazza di ferro e lasciarmi andare a piccole considerazioni sull'amore per la natura, per certi impagabili silenzi, per la solitudine che, sulla bici diventa impagabile. Malinconia. Il fatto strano è che mentre ti accorgi che le tue gambe ed il fiato ti vengono incontro, è ora di smettere. Sapevo che questa sera avrei buttato nel cesso i pensieri cupi di ieri, le prime paturnie vestite di autunno. Non posso, non devo farmi travolgere dalla preoccupazione di incontrare ancora Enzo, quello dalla testa china, delle grida di aiuto, della lamentela cronica. Se fossi davvero abile nell'andare di pari passo con il tempo senza doverlo a tutti i costi superare, avrei risolto il problema. Io corro, ma dove vado? Qualcuno mi fermi. Oggi ho odiato il vento, per più di una volta ho pensato di tornare indietro. Enzo non è uno che si arrende facilmente o almeno la bici sta facendo il miracolo, dandogli quel coraggio che spesso dimentica di avere. La bici. E chi altri se no?

 
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