mercoledì 3 agosto 2011

Rivincita

P
er quanto mi riesca difficile, uso questo blog per trasformare in parole, emozioni e sensazioni. Questo è palese. Meno noto è il fatto che nel farlo, io mi diverto. Qualcuno dei miei lettori immagino abbia storto il naso, considerando il tono generale dei miei scritti, spesso melenso ed introspettivo. Evidentemente ciò che non riesco a trasmettere è quello che provo dopo aver pubblicato il mio articolo, ovvero un senso di piena soddisfazione. E quasi sempre si tratta di un sospiro di sollievo accompagnato dalla convinzione di aver prodotto un’altra prova di ciò che sono e di ciò da cui dovrei trarre insegnamento. Dunque il mio è principalmente un gioco, oltre che un bisogno ed una passione. Tengo a precisare che a volte, soprattutto quando ho a portata di mano un foglio ( di carta od elettronico ) la trasposizione è assolutamente immediata. Ad esempio, in questi giorni sono stato per un po’ lontano dal blog perché sono in ferie e ho cercato rifugio nelle parole, quelle dirette, pronunciate a voce chiara guardando qualcuno negli occhi. Avere il tempo di farlo è qualcosa di magico. Poi, mi sono riavvicinato ai miei fogli, perché in fondo qualcosa da dire c’era e c’è. Oggi mi frullava nella testa una parola, e allora mi sono detto che avrei fatto subito tesoro di questa illuminazione, scrivendone qualcosa. La parola in questione è : rivincita. Nonostante si viaggi ancora in acque agitate, posso e voglio permettermi di guardare oltre. Voglio in un certo senso sfidare il destino che in questo periodo non è stato particolarmente benevolo, pensando al momento in cui potrò guardare indietro con un senso di pace addosso. Prendersi una bella rivincita contro il destino è impresa non da poco; è qualcosa di impossibile. Perché poi si ha paura che, guardando al di là di esso (come se si potesse decidere di impedirgli di infierire), si finisca con il soffrire ancora. Il mio desiderio di rivincita poggia su basi prettamente razionali che, in questi momenti, sono l’unico scoglio a cui appigliarti. C’è un forte desiderio di saltare il fosso e da lì ricominciare a correre, il più velocemente possibile. Mi piace pensare alla rivincita nei confronti delle mie residue paure che pare, costituiscano pure un limite ( assurdo ! ) alla sopravvivenza di alcuni rapporti. Mi piace pensare alla rivincita verso la mia incapacità di accettare certe condizioni e situazioni come tali. Ho ancora molto da lavorare sulla via della tranquillità; tuttavia questi giorni di vacanza unitamente all'inconsapevole agire di alcune persone, si sono trasformati nel mio trampolino di lancio. Bello parlare di rivincita. Sa di sconfitta si, ma di tanta voglia di rialzarsi.
 

2 commenti:

  1. Enzo, guardare oltre l'ostacolo fa sempre paura e mette fisiologicamente angoscia; inoltre, una parte di "sofferenza" è da mettere indiscutibilmente in conto perché non c'è scopo che si realizzi senza una (non sempre proporzionata) quota di sacrificio. In ogni caso, come ho già avuto modo di scriverti, penso che il primo passo sia, appunto, avere l'intenzione di sfidarlo, 'sto destino. Poi, può anche andar male, ma se non provi e non t'impegni, sei sconfitto in partenza.
    Felice giornata :)

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  2. Caro Johan, c'è una frase di Seneca che ormai sta diventando il mio punto di riferimento. La frase è: "Ducunt volentem fata, nolentem trahunt", ossia il fato guida chi vuol lasciarsi guidare e trascina chi non vuole". Ciò non sta a significare una totale insubordinazione al fato, quanto una sorta di rispetto e timore che, giovano più che la costante ribellione. Buona giornata a te. :)

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