venerdì 12 agosto 2011

A carte coperte

C
onsiderato che la vita non è altro che un continuo, perenne gioco al massacro ove noi siamo semplicemente attori di una sceneggiatura già scritta; considerato poi che siamo erroneamente convinti di poter scrivere il nostro destino solo perché riteniamo che il cervello e la ragione ci consentano di scegliere. Considerato tutto ciò, immaginiamoci seduti ad un tavolo da gioco ove a dominare la scena è il caso. Ebbene, immaginiamo ora che le carte che abbiamo in mano siano le nostre chances da giocare, il nostro minimo bagaglio disponibile per affrontarlo, il caso. C’è una sola cosa che non dobbiamo fare per avere un briciolo di possibilità di vittoria: scoprirle, quelle carte. Ci sentiremmo come minimo deficienti. Eppure nella vita, spesso e volentieri ciò accade. E più di una volta. Ma io mi domando e dico: “ Ma non mi sento un deficiente?”. Ma quante volte avrò agito e, tuttora agisco tenendo in bella mostra i miei assi? Beh, non sono giustificabile. Se proprio, come già ho detto, l’indifferenza non rientra nel bagaglio di armi a disposizione, la furbizia non dovrebbe mancarmi. Seduti ad un tavolo da gioco non far vedere le carte è qualcosa di assolutamente normale. Nella vita però, non siamo mai completamente in balia del caso e se vogliamo quanto meno sfidarlo, dobbiamo adottare delle piccole regole di comportamento. Ma quante volte mi sono lamentato di essere un libro aperto: innumerevoli. Ora, sono sempre alla ricerca di qualche piccolo espediente terreno per accrescere orgoglio ed autostima e per non sentirmi un deficiente. Non ci sono giustificazioni. Tra poco saranno quarantatrè, non ci sono scusanti. Stare quindi sulle mie e giocare le carte quando avverto che è arrivata la tornata buona. Non sono mai stato un giocatore d’azzardo, mi riferisco alla vita. Non amo il rischio, ho sempre troppo calcolato ogni minima probabilità di riuscita per ogni scelta fatta. Ho sempre cercato di far quadrare tutto. Ho sempre creduto nel libero arbitrio. Puah! Allora, proviamo a percorrere l’ennesima nuova strada. Riserbo, carte ben nascoste e poi…zac, la zampata! Queste sono riflessioni che nascono dalla mia perenne difficoltà a gestire i rapporti; adorerei ( ne sarei davvero entusiasta) sentirmi rispettato, vorrei avere quell’immenso piacere di ritrovare negli altri me stesso. Sentire l’armonia di intenti, di obiettivi, di sensazioni. Ed invece ti accorgi che per sopravvivere devi usare tattiche. C’è uno scoramento, uno stillicidio lento ma costante di valori e sentimenti. Il fine giustifica sempre i mezzi. E guai a pensare che il fine sia l’amore o altro. C’è ancora qualcuno che lo crede?

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4 commenti:

  1. Buona sera Enzo! Ti voglio raccontare una storiella:Un pulcino si allontana dalla chioccia e si perde. Pio pio, urlava come un forsennaro, Pio pio, ma non lo ascoltva nessuno. La notte fuori da solo lo aveva infreddolito e tutto bagnato:pio pio- e una mucca pensò bene di scaldarlo facendogli una cacca addosso. Il pulcino quando si vide tutto sporco di cacca si mise ad urlare ancora più forte:PIO PIO PIO...Una volpe lo sentì e accorse ad estrarlo dalla cacca, lo ripulì bene bene ...e se lo mangiò! Morale: non tutti quelli che ti fanno del male lo fanno per farti male e non tutti quelli che ti fanno del bene lo fanno per farti bene, però tu quando sei nella cacca fa meno caciara!!!Forse qui cè un fondo di verità:Siamo in grado di capire chi ci fa del bene e chi ci fa del male?- La vita non è una partita a carte,non si è in competizione con gli altri. La partita è solo con noi stessi..... Il fine è l'Amore...si, ci sono io che ci credo, eccome se ci credo. Amore per ogni cosa, amore per ogni persona che mi circonda, amore per ogni cosa che faccio, amore per ogni lavoro che svolgo, amore per ogni pietanza che cucino per chiunque, amore per la vita. Buona fortuna Enzo.

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  2. Buongiorno Galadriel. Probabilmente ho una visione disincantata della vita, e ancor più, dei sentimenti. Sono d'accordo sul fare meno caciara, assolutamente si. Non mi piace piangermi addosso meno che mai catturare l'attenzione. Non si ottiene nulla. Il nocciolo della questione è sempre lo stesso: guai, dico GUAI, perdere di vista noi stessi. Un abbraccio forte e buona giornata!

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  3. Interessante, questo mi ricorda quando ho cominciato a paragonare la vita ad un mazzo di carte.
    Il mazzo è coperto, le carte usciranno in un ordine specifico che noi però ignoriamo, possiamo solo facilitarci le previsioni guardando le carte già uscite; e sebbene la cosa più importante sia come ce le si gioca, anche il culo conta.

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  4. Decisamente Riccardo. Il fattore "C" è assolutamente imprevedibile e prescinde totalmente dalle nostre capacità. Mi chiedo quanto noi possiamo intervenire nel gestire tutto questo movimento.Tenere memoria della carte già uscite, tutto qui.
    Un saluto..

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