domenica 30 gennaio 2011

Un po’ d’ordine

N
on avevo previsto di pubblicare qualcosa oggi. Complici la neve che scende là fuori, la luce soffusa della mia lampada da scrivania, il sonno che non arriva, eccomi qui. Stamane ero lì a lamentarmi proprio del sonno: è possibile che, pur alzandomi ogni mattina alle 5.30 io non riesca a recuperare qualche ora nel weekend? Dormo poco, o almeno così sembra. Perché, di norma non vado al di sotto delle mie 7 ore di sonno durante la settimana e questo è sufficiente a mantenermi lucido ed attento. Il Sabato e la Domenica mattina invece, quando dormo molto non oltrepasso le 9. E non faccio bisboccia la sera precedente. Può essere dunque che tutto sia nella norma e non mi preoccupo. Sono invece piuttosto preoccupato per l’inizio di questa nuova settimana, e non solo per le avverse condizioni del tempo che potrebbero rendere i miei viaggi alquanto problematici. A rendermi piuttosto irrequieto è ancora ciò di cui sono ignorante, tutto quello che ancora mi manca in termini di nozioni e tecniche di lavoro. Sebbene ( come più volte da me ripetuto ) io ci metta del mio, autoflagellandomi e sottostimando il mio apprendimento, ci sono altre situazioni da cui mi è difficile prendere le distanze. Prima fra tutte, la disorganizzazione. Ritorna un concetto ( l’ordine ) al quale io sono particolarmente affezionato. Ne ho spesso e volentieri trattato, tessuto le lodi, elevato a criterio imprescindibile per apprendere e ottenere attenzione ed apprendimento. Se navigo in acque agitate non mi cruccio, finchè sono consapevole del fatto che una tempesta è in fondo, qualcosa di imprevedibile ed incontrollabile. Mi piace meno muovermi nel traffico sapendo che, chi potrebbe dirigerlo, non lo fa. Dunque sono sempre le solite cose ad intimorirmi. Vorrei poter agire secondo disposizioni, magari anche rigide. Mi trovo meglio, reagisco positivamente a fronte di un comando preciso, netto, che punta al mio arricchimento. Ed invece no, ancora confusione. Sento comunque di aver bisogno ancora di molto tempo per separare nettamente lavoro e vita privata. A quel punto questi weekend saranno una valvola di sfogo da cui non potrò separarmi. Penso ( troppo ) anche quando non dovrei farlo. Forse è tutta qui la ragione del mio sonno ancora disturbato. Un piccolo particolare non va trascurato: la vita sociale è, e permane, piuttosto asfittica. Sono sicuramente nella condizione di colui che ha pane, ma non ha denti. Pazienza, vado oltre. Al momento la mia vita è il lavoro, e non va bene. Posso solo migliorare.


4 commenti:

  1. Molto bello questo post Enzo.. mi sono ritrovata parecchio in quasi tutto direi!! e devo dire che la frase finale è il top "Posso solo migliorare" è un obiettivo che abbiamo in comune! avanti tutta allora.. ;) a presto!

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  2. Grazie di cuore Giulia. Allora abbiamo un grande obiettivo in comune. Ne sono felice, non molliamo mai!

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  3. Mi sembra sempre di leggerti oscillante tra un estremo pessimismo e una punta di estremo ottimismo... in qualche tratto, il giusto mezzo. L'equilibrio è un bell'obiettivo... una strada in salita, senza dubbio.

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  4. Ciò che ti sembra in effetti, è. Quell'equilibrio che è sempre stato il mio obiettivo, è uno scopo che richiede pazienza. E soprattutto capacità di non disperdere quanto appreso fino ad ora. Mi sono sempre considerato seduto su di un'altalena che nessuno mi aiuta a fermare. Ci proverò io, a costo di consumarmi i piedi per frenarmi. Mamma mia, quasi quasi il mio commento diventa un post! Ciao Chiara..

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