sabato 8 gennaio 2011

A scoppio ritardato

D
icono che l’ozio sia il padre dei vizi. I miei vizi? Pochi, pochissimi. E allora perché una volta tanto non eccellere, non andare oltre i soliti canoni e scegliere il meglio? Se oziare batte tutti, allora ho fatto bene a passare il weekend vittima della totale accidia. Che poi sono convinto che non sia così facile far niente. Ci vuole una certa tecnica. C’è chi è bravo a farlo più sul posto di lavoro che non in vacanza. Io mi considero un iperattivo quindi poco incline ad oziare e soprattutto poco capace di goderne i benefici. Eppure questo fine settimana, complice il tempo uggioso, un continuo fastidio intestinale che mi porto dietro da giorni e la stanchezza arretrata, ho finalmente oziato. Me ne sono reso conto per il fatto di aver dormito molte più ore del solito unitamente ad una intensa attività di zapping. Ho sempre pensato che ozio fosse sinonimo di pigrizia. Eredito da mia madre la sua incapacità a godere del riposo, a capire che in fondo il mondo va avanti lo stesso anche se ci fermiamo per un giorno. Che non è poi del tutto necessario tenere in ordine la casa quotidianamente, che non ci possiamo far prendere dai sensi di colpa per non aver dato nulla alla causa. E’ un elogio dell’ozio vero. Ed è al tempo stesso un elogio alla felicità. E’ passato quasi un mese dal giorno in cui ho ricevuto la notizia tanto attesa: quel giorno non ho provato nulla di definito. Le sensazioni si accavallavano a tal punto da non permettermi di riconoscere quella più importante, la felicità. Se non si è felici in questi momenti, quando allora? A scoppio ritardato, nell’ozio di questi giorni, nella serenità di questo riposo giustificato, io ho riscoperto la felicità vera. Mi chiedevo come fosse possibile non aver un ricordo preciso di ciò che ho provato quel 15 Dicembre, avrei tanto voluto descrivere cosa significa essere felici ed invece niente. A scoppio ritardato lo faccio ora. La felicità sta in un silenzio che per una volta non è riparo da voci urlanti, da fantasmi che assillano la mente. Un silenzio che nasce dal cuore, tuo, meritato. A chi cerca la felicità auguro di trovarla: non preoccupatevi se non saprete come descriverla. A scoppio ritardato, troverete le parole.


2 commenti:

  1. Ozio...onestamente credo di essere un professionista del settore. L'importante secondo me è fare in modo che non ozi la mente...per il corpo basta un po' di esercizio. Il resto, affacendarsi qua e là con attività di basso livello, magari solo per tenere a freno la mente appunto, per paura di chissà che...ma chi ce lo fa fare?

    RispondiElimina
  2. Ciao Fabio. Effettivamente faccio fatica a tenere a freno i neuroni. Probabilmente è l'ozio del corpo ad essere una piacevole novità per me. Lo coltiverò, appena possibile! Ciao!

    RispondiElimina

Non fate commenti come "Anonimo". Andate su Nome/URL. Inserite il vostro nickname nel campo "nome", se non avete un blog/sito lasciate vuoto il campo URL.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails