mercoledì 22 maggio 2013

Giochi di società

N

on c’è primavera, non c’è aria tiepida, non c’è sole. Nulla sa di Maggio nell’aria e quel che più manca sono i primi caldi raggi sul viso stanco, mentre il 6.47 prosegue il suo viaggio verso Torino. E’ il festival delle occasioni perse, niente è come dovrebbe essere, là fuori; persino la nebbia ad un certo punto pare chiudere le trasmissioni sul mondo oltre il finestrino lercio. Il mio occhio non si chiude mai a cercare il sonno, piuttosto prova ad abbandonarsi allo sguardo in lontananza per immortalare seppur impercettibili, pensieri positivi. E se la risoluzione non sarà delle migliori, ben vengano le considerazioni concrete, efficaci, piene di sostanza. Il cielo di questo Maggio è un bel casino, ma non sarà così per sempre. Guardo attraverso il mio personale finestrino e rivedo dentro me quel cielo, irritante, desideroso di liberarsi di un contesto che non è il suo. Che ci sto a fare, pieno di nuvole quando dovrei risplendere di azzurro? Che ci sto a fare, costantemente incazzato, quando dovrei propormi in tutta la mia solarità, la mia voglia di vivere? Me lo chiedo sempre, non sempre so rispondere ma sento di essere un po’ come questo strano cielo. Vedrete che prima o poi si libererà del suo peso fatto di grigio ed anch’io lo farò. Sento di avere raggiunto la massima naturalezza possibile nel rapporto con gli altri. Ora sono io e solo io. Non c’è forzatura, impegno, non c’è pregiudizio, neppure aspettativa. Ci sono io con i miei soliti problemi, le mie solite giornate fatte di lavoro, le incazzature, le lamentele. Cambia il modo di cercare gli altri: non è più un grido di aiuto, la pretesa di ascoltarmi, l’arroganza di condividere il mio stato. Sto già camminando da solo, sto già iniziando un nuovo percorso fatto di una solitudine diversa, produttiva, costruttiva, vantaggiosa. Ce n’è voluta, ma ce l’ho fatta. Ho dovuto persino prendere parte al grande “gioco del silenzio”. Non lo conoscete? Per parteciparvi basta essere iscritti ad un social network, scegliere qualche persona a caso cui confidare tutto o quasi della propria vita dopodiché vince chi nel minor tempo possibile riesce a dissolversi senza pronunciare parola. Anch’io mi sono dissolto per qualcuno, anch’io ho fatto del silenzio, l’uso che più si addice al mondo virtuale. Sono le ultime delusioni ad aver aperto autostrade che mi stanno portando dritto dritto verso il pieno controllo delle emozioni, verso la giusta accettazione dell’incapacità umana di giocarsela con il dialogo. E nell’indifferenza io trovo pace.

 
monopoli201g_0


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