lunedì 18 aprile 2011

Contraddizioni

I
ncredibile come un’ora, anche una sola, possa sembrare un’eternità. E lo dico in senso positivo. Un treno che quasi mi aspetta, nonostante io me la sia presa comoda non avendo affatto voglia di correre e di arrivare trafelato pur di arrivare a casa un’ora prima. Mi sono detto che, se proprio avessi dovuto farcela, non avrei dovuto rischiare l’infarto. E ce l’ho fatta. Arrivare a casa un’ora prima del previsto capita assai raramente, e mi permette di respirare, persino di rilassarmi prima di mangiare e ritornare a dormire. In quest’ultimo periodo continuano a ronzarmi intorno voci che vorrebbero il mio bene e che mi consigliano di trasferirmi a Torino. Posso dire di non avere voglia in questo momento di prendere una decisione così importante. Sapevo che arrivato a questo punto del percorso, il lavoro e le sue grane avrebbero costituito la normalità, il solito tran tran che ad un certo punto sarebbe diventato “abitudine”. Non mi sbagliavo. Forse ancor prima del previsto tutto sembra essere sotto controllo, ritengo dunque di aver raggiunto quella stabilità che agognavo e che mi avrebbe poi permesso di concentrarmi su altro che non fosse necessariamente una pratica di residenza. Così è infatti, altrimenti non avrei ricominciato a parlare e a trattare in modo pedissequo di vita sociale, di pochezza di stimoli, di noia e di apatia. Insomma, è il solito giro di giostra, per dirla citando il buon Terzani. Questo giro sull’ottovolante iniziato quattro mesi orsono sta terminando e come sempre la sensazione è quella di un forte giramento di capo accompagnata dal timore che ora, per un altro lasso di tempo indeterminato io ricominci a viaggiare sul solito binario morto. Non ho mai pensato che un così grande regalo come il posto di lavoro avrebbe cambiato radicalmente la mia vita. Sapevo che, se mai si fosse realizzato questo sogno avrei avuto dalla mia parte un bel bagaglio di opportunità. Nel senso che mi sarebbe stato concesso di scegliere. Se ora quel che mi si chiede è una scelta di vita, beh, mi prendo tempo. Sono tristemente consapevole che, come ripetuto mille volte, non ho nulla da perdere a tagliare i ponti con il passato. E’ il momento di guardare oltre, e non ho paura di prendere decisioni, semplicemente ora non me la sento. A volte penso che io voglio cio’ che in realtà non voglio. Desiderare qualcosa di nuovo, ambire ad una nuova vita di relazione costituiscono bellissimi propositi e legittimano anche una certa dose di arrabbiatura quando non vengono confortati da risultati concreti. Ma a me capita pure che, di fronte ad una flebile possibilità di cambiamento, io mi ritragga. Che stia poi bene nel mio guscio? La qual cosa oltre a preoccupare rende il sottoscritto l’essere contraddittorio per eccellenza.
 
contraddizione

3 commenti:

  1. Per prendere decisioni importanti serve un La, uno spunto. E' giusto aspettare che arrivi, però non fare che se il La arriva, non lo senti. Se senti che sia una cosa giusta, non aspettare troppo tempo per ritrovarti un giorno a dire "Ah chissà se lo avessi fatto." Meglio pentirsi di aver fatto una cosa che logorarti di non averla mai provata.

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  2. Eh si, meglio avere rimorsi che rimpianti...Mi sono dato un tempo. E questo è già importante...

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  3. Molto importante, fai finta che un certo giorno hai lo sfratto e finisci in strada, insomma trova dei trucchetti per darti una mossa :-D

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