martedì 18 giugno 2013

Impreparato

N

on è un periodo fortunato. Da qualche giorno il caso vuole che mi capiti di avere compagni di viaggio non proprio….come dire…profumati. Mi sono ritrovato a pensare se poi, tutto sommato, sia meglio fare il pendolare d’estate oppure in inverno. Propendo per la seconda, sebbene certe condizioni meteo aumentino il rischio ritardi. Considerazioni a margine di una giornata non molto diversa dalle ultime, da un mese a questa parte. Io l’avevo detto che forse solo a Settembre, mi sarei ritrovato a tirare le somme, a fare odiosi bilanci. Adesso mi lascio trasportare, dosando lo stress e provando con tutte le mie forze a non lasciarmi provocare. Voglio stare bene, me lo ripeto ancora, voglio stare bene. Sto provando ad usare qualche tecnica consigliatami da E. in merito al tempo. Non ha potere, non può e non deve riuscire a rendermi tutto difficile, a schiavizzarmi, a togliermi persino il piacere di stare qui a buttare giù due pensieri. Tutto fine a se stesso, scrivere e pensare. Ma va bene così. Oggi ho parlato di autostima, discorso che mi coinvolge sempre e sempre mi porta a diventare incredibilmente logorroico. Mi rendo conto di parlare troppo, di farmi prendere dall’enfasi di far capire chi sono. Come se a qualcuno interessasse. Ma credo sia un istinto naturale di coloro che sentono comunque il bisogno di far sentire la propria voce; non sono scuro sia finalizzato ad intavolare relazioni, forse no. Diciamo che esistono persone di un certo spessore ( umano ed intellettuale ) le quali spesso sono relegate ai margini a causa dell’ipersensibilità. Ed il contatto con un certo tipo di mondo, accentuando il disagio, le ghettizza. Io ad esempio. Perché mai scrivo? Perché mai ho voglia di parlare di me? Secondo voi lo faccio al solo scopo di trovare qualcuno che mi assecondi? Che mi compatisca? E anche se così fosse, cosa mi servirebbe? Lo faccio per dire che ci sono , magari per un confronto, magari per realizzare di non essere il solo. Mi manca una consistente parte del capitolo “vita”, mi sento del tutto impreparato. Ignoro la lezione sulle prese di posizione, sull’ azione, sulla voglia vera di cambiare. E allora torniamo al solito quesito: “ma veramente voglio questo?”. Non so. Di certo, bella o no che sia la mia vita, la sto vivendo alla giornata usando tutti i mezzi a disposizione. Di più non so, forse devo ancora studiare.

 
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