sabato 29 giugno 2013

E vissero tutti felici e contenti (?)

I

n questo pomeriggio Novembrino ( avete capito bene, ho detto Novembrino ) il grigio soffitto di nuvole riporta alla mente pericolose rimembranze. Saranno i fantasmi che tentano di squarciare il cielo? Vorrebbero per caso ricordarmi che tutta questa leggerezza di cui mi vado vantando è solo frutto di una povera illusione? No, non è così, mi stanno solo dicendo che c'era un Enzo che ora non c'è più ma Enzo esiste, è vivo, è positivo e di questo non deve farsi alcuna colpa. Eccolo il nocciolo della questione. Stamattina “corricchiavo” sul tappeto in palestra e guardando oltre la porta finestra verso il fiume, secondo voi cosa potevo fare se non pensare? E dove andavano i miei pensieri? Volevo capire se una buona parte del mio benessere attuale fosse dipendente dall'aver liberato la coscienza di un bel po' di zavorra. Mi riferisco ad un mio agire slegato dalle solite regole mentali, più ardimentoso, teso al solo scopo di vivere senza pensare ad ogni possibile ripercussione delle mie azioni. Detto così, sembra io abbia scoperto il mondo o, ancor più, trapela una poco attendibile immagine di Enzo trasgressivo. Non esageriamo, niente di tutto ciò. Mi riferisco in generale al modo in cui mi sto approcciando ai rapporti e alle dinamiche che governano l'amicizia. Del resto questo è sempre stato il leit-motiv alla base delle mie paturnie. In questo senso Enzo non cambia, sempre lì a chiedersi il perché ed il percome: se non fosse così ora non sarei qui ad interrogarmi sui motivi di tanta manna. Non posso certo dimenticare il passato anche se è ancora dietro l'angolo, talmente giovane da non potersi nemmeno definire tale. Ci sono persone che entrano ed escono dalla vita di ognuno di noi, ed altre che rimangono anche quando si cambia e si trova la strada giusta. Siamo critici verso gli altri e poi generalmente, commettiamo i loro stessi errori. Perché nessuno è al centro di nessuno, giocoforza le dinamiche e i cambiamenti sono difficili da seguire. Non sono cambiato nella misura in cui faccio fatica a dare consistenza ad un rapporto, sono sempre impalpabile, inattendibile. Che colpa ne ho? E che colpa ne ha chi subisce la mia volubilità? Ma se quando attraversi momenti difficili tutti ti augurano che passino, ora che sono passati dovremmo essere tutti felici e contenti. Oppure no?

 
bimba, libro

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