venerdì 1 luglio 2011

Un burattino di legno

M
i sento una cacca in un Venerdì di cacca alla fine di una settimana di cacca. Ripetitivo? Attesto semplicemente una situazione di fatto ricorrendo ad un sottile eufemismo. Sono a tutti gli effetti uno straccio, fisicamente e mentalmente. Ieri sera per la prima volta sono stato colto da un attacco di tristezza infinita. Io sono una macchina, io non voglio non posso e non devo pensare. E dire che si è trattato di un frangente della durata di una decina di minuti. La storia è questa. La mia vita trascorre per buona parte sul treno, per una consistente porzione seduto alla scrivania di uno sportello che gode di una splendida vista su popolazioni eterogenee e diversamente rompicoglioni. La restante, infinitesimale fetta di vita la trascorro a casa, seduto a tavola, sotto la doccia e finalmente in posizione orizzontale nel letto. Tutto qui. Me lo dite dove trovo il tempo per pensare ed essere triste? Infatti non ne ho. Bene quindi. Eppure ieri , fissando per dieci minuti un punto nel muro bianco oltre il divano, mi sono permesso due o tre piccole elucubrazioni del tipo: “ Se mai io mi fermassi a fare considerazioni generali su cosa è la mia vita ora, su quanto il maledetto tempo si sta cibando della mia esistenza, finirei con il cadere nella più totale depressione”. Ed in effetti è quello che è successo ieri. E’ arrivato il pessimismo cosmico. Farfalle allo stomaco, del tipo di quelle pre-esame quando il tuo futuro immediato sembra nelle mani di un paio di soggetti seduti oltre la scrivania. Il mio di futuro,è nelle mani del tempo, e di nessun altro. E ora mi accorgo che quello che una volta definivo un amico, tanto fraterno da doverlo abbracciare e vivere con grande intensità ora mi impaurisce. Fa male in modo particolare accorgersi che le nostre anche piccole abitudini, vanno sparendo, ingoiate dal tempo. Attenzione, attenzione: a questo punto i commenti diventano scontati. Vi anticipo dicendo che ho tutte le ragioni a lamentarmi, che non è vero che ci sono gli amici che ti sostengono. Quei pochi che ho, il tempo se li sta mangiando. E non è vero che sono troppo pessimista. Ieri mi sentivo così, e oggi? Ah ah, bella domanda. Io mi sento a tutti gli effetti un Pinocchio. Un burattino di legno che ha ben poche speranze di tornare a vivere una vita decente. Dovrò mettermi in cerca di una Fata Turchina, pensa te che roba.
 

11 commenti:

  1. Allora ti auguro di incontrarla la Fata..direi te lo meriti. Anche io è da tempo che ne asppetto una...mha, è così simile al tuo il mio disagio alle volte , che mi sembra di specchiarmi.

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  2. Pinocchio è un puro, un'innocente in un mondo di impuri, di assassini, di ladri e stupratori. Pinocchio, pochi lo sanno, in realtà era destinato a morire impiccato. Collodi sceglie di dargli una possibilità, gli affianca la morale, la fatina, ma il risultato non cambia perchè alla fine si ritrova tristemente su una sedia, privo di personalità. Vedi bene che fatina scegliere, spesso ha più valore una follia che una riflessione. Un saluto

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  3. Ciao Nicole, grazie di essere passata. In fondo aspettare non è così malvagio. L'attesa viaggia di pari passo con la speranza. Ovvio, non bisogna mai perdere contatto con la realtà. Che a volte è pessima. Mai rassegnarsi, però.. Un abbraccio forte.

    Marcello, ciao e grazie del commento. Spesso le scelte meno pensate portano a risultati inaspettati. Dovrei essere più istintivo, lo so. Ma se trovo la fatina giusta ti informerò!!!
    Un abbraccio

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  4. La svolta per Pinocchio arriva proprio nel momento più drammatico: diventa un asino e poi finisce pure mangiato nella balena. Proprio lì però ritrova il padre e da lì le cose migliorano. Quindi non sempre ci si deve abbattere se una balena ci mangia, magari proprio dentro quest'ultima si trova la chiave di volta.

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  5. Grazie Paolo. Sono giusto dentro questa enorme balena. Spero di trovare l'occasione per scappare, basterà magari un attimo..Un abbraccio

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  6. le fate turchine addolciscono la vita ... decisamente :)

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  7. Sono rare Francesca, ma è così! :))

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  8. bell'idea, la fata Turchina! se la trovi fammi sapere, magari se ha un po' di tempo ;) da una mano anche a me!

    nei momenti duri, quando tutto sembra andare a rotoli, non ci sono sempre gli amici, è vero. Ci sono momenti in cui non ci sono affatto. Non so che fare, in quei momenti, quindi comincio a camminare, in una direzione (butto cosa, metto a posto, cambio una piccola abitudine, una facile"). E aspetto, da ottimista, che qualcosa avvenga.

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  9. Lila è la stessa cosa che faccio io. Dedicarmi alle piccole passioni, dare un piccolo senso alle giornate ti regala un senso di protezione. E sotto sotto una speranza c'è sempre. Un abbraccio..

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  10. Diciamo tranquillamente che gli spunti di riflessione che il tuo post offre sono davvero tanti. Mi concentrerò su uno solo, quello forse più "spinoso". Quando dici che gli amici se li sta mangiando il tempo, non fai altro che confermare una mia radicata convinzione: l'Amore e l'Amicizia, in realtà, non esistono, perché essendo sentimenti "assoluti", non dovrebbero essere scalfiti da "fattori esterni" come il tempo. A questo mondo, specialmente in questa era, ci possiamo solo accontentare di rapporti che durano più o meno, ma sempre un arco limitato di tempo e non solo per il fisiologico fatto che ogni vita ha un termine, ma perché l'uomo non ha la proiezione del Perfetto e dell'Infinito (e, forse, per sua stessa natura non potrebbe averla), sicché tutti i rapporti che viviamo sono velati da un (più o meno sottile) strato di menzogna e d'illusione. Ho come l'impressione che dire di amare qualcuno sia una sorta di presa in giro anzitutto per noi stessi e che ammetterlo causerebbe non poca tristezza, certo, ma ci aiuterebbe a vivere un filino meglio ed a godere, in maniera più limpida e cosciente, i piccoli piaceri (qualora ce ne fossero) che questa esistenza ci serba.

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  11. Caro Johan, tutto scorre e tutto è tremendamente fugace. Dici bene quando affermi che, seppur a caro prezzo, sarebbe onesto riconoscere che amare ( in generale ) è pur sempre qualcosa di imperfetto. Risuciremo a non soffrire completamente però? Forse avremo la possibilità di attutire i colpi. Che non è cosa da poco. Grazie per i tuoi interventi sempre molto pregnanti.

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