domenica 10 luglio 2011

La vendetta

A
vete presente quel sentimento di vendetta che coviamo lungo tutto il nostro percorso scolastico? Stare al di qua della cattedra, subire di tanto in tanto vessazioni senza poter replicare genera in noi un certo tipo di pensiero: “ Vedrai quando sarò al tuo posto, diventerò un carnefice e userò le stesse armi con i miei studenti”. Che poi la vita ci porti a stare al di là della cattedra, non è sicuro. Ma credo che ognuno di noi si rifaccia in qualche modo di ingiustizie e soprusi (più o meno gravi ) subiti , magari con chi ne può nulla! Insomma, è come se scaricassimo la zavorra, per salire con la nostra mongolfiera. Ma che cavolo centra questo discorso? Beh, immaginate di essere costretti a dover guardare quotidianamente bellissime immagini di campagne dai colori splendenti. E di doverlo fare alla velocità della luce ( oh Dio, parlando di treni pare esagerato ) attraverso finestrini sporchi o, nella peggiore delle ipotesi, colorati da graffiti. Lungo tutta la settimana lì, fisso a guardare il mondo circostante. Senza potere fare nulla. Ad un certo punto del tragitto la ferrovia passa molto vicino ad un piccolo comune abbarbicato sulla collina. A separare il treno dal mondo, un fiume scorre placido. Mi ero proposto di raggiungere quel punto esatto in cui il campo di girasole incontra la ferrovia. Ecco, stamattina, l’ho fatto. Dopo una ventina di chilometri, guardala là, quella maledetta linea ferrata. Stranamente silenziosa, ma certo, è Domenica mattina e forse anche i treni riposano. A quel punto salgo su di una piccola collinetta che mi consente una visuale perfetta per poter immortalare il luogo. Mi fermo, la fisso intensamente la ferrovia, e penso: “Hai visto? Sono io ora a guardarti, ti guardo e sogghigno perché per una volta non sei tu a dettarmi i tempi, non sei tu a decidere della mia vita." Vista dalla collinetta, la ferrovia provoca un senso di nostalgia. Ma che dico, adesso mi ci sono pure affezionato? Ma no, è solo che un po’ mi appartiene, che ci posso fare. Ma niente, assolutamente nulla può rendermi giustizia più di questa piccola vendetta, consumata in un’afosissima mattina di Luglio. La mia collinetta, il mio punto di vista, il potere nelle mie mani. Cara ferrovia, come puoi vedere, nutro quasi un senso di compassione nei tuoi confronti. Forse non riesco ad odiarti, ma la soddisfazione di oggi è tale che va bene anche così.
 

3 commenti:

  1. E bravo, ti sei preso la tua rivincita nei confronti della ferrovia. E' forte però vedere come in un certo senso ci si abitui, quasi affezionandosi, anche a cose che un pò detestiamo. Io non amo guidare, ma ormai da secoli ogni mattina prendevo la mia macchinina ed andavo al lavoro. Ora da 3 settimane lavoro al mio paese, e ci vado a piedi. Guardo l'auto, e mi pare di farle un torto a laciarla lì...Ma sarò suonata ?! Ciao Enzo, buona settimana e un "fresco" abbraccio.

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  2. E' vero Viola. In fondo noi, anime sensibili, non riusciamo ad odiare fino in fondo. E riusciamo poi ad instaurare legami anche con il più dispettoso dei soggetti. Anche se in questo caso è solo un mezzo di locomozione...Un abbraccio a te

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  3. E' vero, siamo anime sensibili! Così oggi ho portato la mia auto a fare un giro!
    P.S. Mia figlia stasera sul 18,20 era su una prima declassata. Era contenta che non c'era puzza...ma non c'era aria condizionata!!! I treni!!!! :D

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