sabato 30 novembre 2013

A buon intenditore...

A

l buon intenditore non servono molte parole. Ecco una delle ragioni per cui sto scivolando verso lidi di serenità mista a rassegnazione, lasciandomi alle spalle inutili battaglie nell'intento nobile di accettare l'imperfettibilità umana. Quella altrui, e la mia innanzitutto. Esiste sempre una vena malinconica nelle consapevolezze acquisite a furia di sbattere contro muri di gomma, di dover sopportare silenzi che avrebbero dovuto far posto alle parole. Non c'è coraggio, e neppure buone intenzioni. Non ci sono finalità che trascendono il “mal comune mezzo gaudio”. C'era una volta l'amicizia, la passione, il rispetto. Questo blog sta perdendo i pezzi e le tematiche che lo hanno caratterizzato agli inizi della sua avventura; ed il diario elettronico è un riflesso della società, tanto da finire relegato ad una sorta di piccola stanza vuota dove le parole rimbombano per ritornare in faccia a chi le scrive. Mi piaceva ascoltare voci vere, mai mascherate dietro uno stupido schermo. Per qualche tempo ho pensato di essere sulla strada della sola comprensione altrui, lasciando le mie sensazioni chiuse in gabbia. Non era giusto fosse così e la maggior parte di quelli che non sono buoni intenditori ora ignorano quanto, l'egoismo che mi permea, sia solo compensazione della benevolenza dei tempi andati. Se facciamo bene attenzione tutto ha un perfetto equilibrio. Basta andare oltre il quotidiano e guardare il nostro percorso come farebbe un obiettivo grandangolare. Ma è decisamente più facile (o forse inevitabile) fermarci a chi siamo, fregandocene del perché ci presentiamo con questa maschera. E i buoni intenditori sono pochi, non hanno mai usato parole a sproposito, mai varcato i confini del giudizio, semplicemente si sono limitati ad accettare. E' indubbio che quei pochi rapporti che galleggiano al di sopra del mare dell'ipocrisia, debbano ricorrere al compromesso. Ma è il tempo che li rende unici e forti. Poi ci sono gli altri, che non poggiano su basi solide fatte di anni trascorsi, e che pretendono ignobilmente di esistere perché l'uno deve insegnare all'altro come vivere. Ed il blog sta perdendo le parole che è inutile dispensare in quantità se, dall'altra parte non ci sono buoni intenditori ma solo falsi predicatori.




3 commenti:

  1. Io scrivo solo quando ne sento la necessità... A volte anche il mio blog perde i pezzi, e, riflettendoci, è perché anch'io sto raggiungendo una certa serenità....

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  2. Io scrivo quando me lo dice la voce dell'anima e capita spesso mi parli. Però, le tematiche del rapporto con gli altri perdono peso quando ti rendi conto di aver fatto il possibile per capire ma non ci sei riuscito. Un caro abbraccio.

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  3. Effettivamente la frequenza dei miei post ultimamente è aumentata, chissà perché...

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