mercoledì 25 aprile 2012

Sono bravo a recitare

Un tempo ( neanche tanto lontano ), giornate come queste rappresentavano l’ordinario. Discussioni infinite, toni che si alzavano con estrema facilità. E poi? E poi, io, in posizione orizzontale, al buio della mia camera, a pensare. A cosa pensavo in giornate come questa? Pensavo che nulla sarebbe potuto mai cambiare se nulla mi fossi mai deciso a fare per me. Ritenevo che il problema fosse legato alla mancanza di un lavoro stabile, e in parte avevo ragione. Ero insoddisfatto. I miei genitori non sapevano più che fare, loro non avevano alcuna colpa ma io mi sentivo un fallito. Ho sbagliato un casino di volte, non sono mai stato capace di fare una scelta. Ero ormai sull’orlo del precipizio. Ogni santo giorno la solita “tiritera”. Poi, ricordo bene cosa successe al culmine dell’ultima grande litigata. Piansi a dirotto. E mi resi conto di non essere più un uomo, capii che fino ad allora ero stato un bambino che non faceva altro che piangersi addosso. La mia vita è cambiata. Tardi, ma è cambiata. Io non me ne sono accorto e ancora oggi mi pare che nulla di nuovo mi riguardi. Quel che più mi strugge è il fatto di non essere ancora riuscito a regalare un sorriso e una parvenza di serenità a chi mi sta intorno. La ragione? Perché sono io a non sorridere e a non essere sereno. Non voglio assolutamente sentirmi dire che mi lamento e basta. Io mi lamento, eccome. Ma sono semplicemente un eterno insoddisfatto, che ha deciso di non far più niente per cambiare la situazione.  Ma posso essere libero di non volerla cambiare la mia vita? Posso essere libero di non fidarmi più di persone che non hanno fatto altro che deludermi? Devo per forza essere costretto ad agire io per dare una svolta? Ma figuriamoci. Mi piace lamentarmi allora. Mi piace dire e ribadire sempre i soliti minestroni concettuali. Non si può pretendere a 43 anni di avere gli stessi stimoli di chi ne ha 20 oppure 30. Ribadisco che uso questo blog soltanto perché scrivendo, anche se sempre le stesse cose, io sto meglio. Amo la mia famiglia, amo solo loro in questa vita. Grazie al lavoro, per la maggior parte del tempo loro non vedono quanto soffro dentro. E a loro chiedo scusa attraverso questo blog. Mi scuso se spesso fingo, se il più delle volte credono che il proprio figlio abbia raggiunto la serenità. Non è così, ma sono un bravo attore.
 
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2 commenti:

  1. Se non si è superficiali, è dura trovare un equilibrio, una serenità interiore. Io per troppo tempo mi sono autoconvinta che questo mio mugugnare, questo essere triste ed insoddisfatta fosse dovuta al fatto che ero sola. Col tempo ho imparato, con fatica, che non si deve delegare ad un altra persona la nostra felicità. D'accordo, lo so bene, essere soli a volte pesa e molto, ma si può, si DEVE, trovare qualcosa di buono nella nostra vita, qualcosa che ci faccia sorridere, che ci scaldi il cuore.
    Non so se mi "ho spiegata"... Forse ho solo buttato giù pensieri alla rinfusa, Volevo solo rincuorarti.

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  2. Cara Viola hai perfettamente centrato il problema è la sua soluzione. Ci provo, prometto che lo faccio. Un grande abbraccio.

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