sabato 14 aprile 2012

E’ il cane che si morde la coda

Sono arrivato ad un bivio, è il momento delle decisioni, quelle importanti. Se è vero che almeno in parte la nostra vita è condizionata da ciò che qualcuno chiama “caso”, altri “Dio”, altri ancora “destino” beh, forse proprio uno di questi ora mi sta dicendo qualcosa. E non posso fare finta di niente, non posso rimanere cieco di fronte a ciò che ormai ha i connotati dell’evidenza. La mia vita ha nettamente bisogno di uno “scrollone”, di un nuovo punto di partenza; quello al quale sono giunto, mi rimbalza sempre indietro. Sono diventato una macchinetta che quotidianamente fa con precisione svizzera sempre le stesse cose. E che, aspira semplicemente a qualcosa che si chiamerebbe “vita”. Non posso e non voglio più pensare che, data la totale assenza di motivi che mi tengono legati a questo luogo, a questo ambiente, a questa pseudo-esistenza, ciò debba durare a lungo ancora. Allora ti viene in aiuto Dio, il caso, il destino, chiamatelo come più vi piace. C’è un motivo se sono stato catapultato (parlando di lavoro) in una nuova realtà, in un contesto mai più immaginato. E’ vero che nulla o quasi conosco di essa: fanno eccezione, colleghi e i percorsi obbligati che mi conducono al luogo di lavoro. Un po’ poco per dire che mi sono ambientato bene. Ma io devo aggrapparmi ai segnali che ricevo, non posso fare lo gnorri. Vorrei interpretare il tutto come il piatto d’argento servito in tavola da cui non devo fare altro che mangiare. Spesso il più grande ostacolo in questi momenti è il cuore. E in questi momenti io il cuore lo odio perché non è da me, agire scegliendo il cuore. Se ho sempre condotto una vita piatta, sentimentalmente arida il motivo lo trovo proprio là, nella mia testa. Ed ora che è arrivato il momento di usarla, la testa? Mi faccio fregare dal cuore? Che poi, cuore…non fraintendete. Non ho legami dove sto, diciamo che uso la parola “cuore” ma sarebbe il caso di dire “paura”. Di sganciarsi da quell’abitudine, e da quella rassegnazione di cui ormai sono prigioniero. Ed è sempre il cane che si morde la coda.
 
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