giovedì 29 marzo 2012

Vederci chiaro

Non sono certo obbligato a scrivere cose tristi, a piegarmi nei soliti contorcimenti mentali per tenere vivo il blog. Da Lunedì non scrivo e la ragione è duplice: non ho nulla di interessante da raccontare, non ho problematiche interiori che mi assillano. E siccome gran parte delle mie paturnie nasce da una personalissima concezione del mondo esterno e delle sue relazioni, questo porta a credere seriamente che io abbia finalmente imparato la lezione. Bene, molto bene, credo davvero di non avere più argomenti in cantiere. Avevo già provato in passato a buttarla sulla semplice riproduzione del noioso e ripetitivo quotidiano, senza grandi risultati. Non parlo di riscontri, ma del giudizio che io stesso davo del blog. Rifuggo dal lavoro (e dall’ambiente infetto che lo caratterizza) al punto da evitare che esso costituisca argomento di successive trattazioni; sarebbe come dare importanza a qualcosa che in tutta onestà, non ne ha alcuna. Ho assorbito come una spugna le connotazioni indissolubilmente legate alla convivenza forzata; so che devono necessariamente entrare nella mia vita, ma devo opportunamente liberarmene non appena mi è consentito. Quindi via il lavoro, via il solito stillicidio fatto di pubblicità in random nelle stazioni, di gente maleducata, di “ci scusiamo per il disagio”: non ne parlerò, perché diventerei più monotono dei trailer in random sui monitor. Non riesco più neppure a parlare dei miei noiosi weekend, sono tutti uguali. Si è vero, è arrivata la primavera, la mente è aperta, mi sento in forma, ho toccato gli 81 kg e ( occhiaie a parte ) l’incarnato del volto è apprezzabile. Cosa mi manca? Ma niente, dai. Attenzione, ci sono momenti in cui parto per la tangente e comincio a tormentarmi con la solitudine, la totale assenza di stimoli, e roba varia. Ma perché riparlarne ancora? Perché parlarne pensando che questo possa aiutare a cambiarmi? Perché nascondersi dietro la verità più evidente che è quella di un soggetto maturato troppo tardi ,per certi versi anacronistico, e dotato di un’anima fin troppo fragile. E ditemi se sono o non sono un uomo che ha le idee chiare.
 
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3 commenti:

  1. La penna segue i comandi dell'animo fino a tacere, quando si trova a quiete. Nel frattempo, è giusto metter giù tutto, secondo me.
    Un saluto

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  2. Si, Marcello. Non ho mai "forzato" la penna. A volte mi stupisco di non avere di che scrivere, forse perché, ancor prima, mi stupisco di stare bene. Ma buttare giù tutto, sempre e comunque.. un abbraccio

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  3. Sono d'accordo con quanto ha scritto Marcello nel suo commento. Occorre sempre avere la forza di mettere per iscritto il più possibile. Poi si vedrà.
    Buona serata.

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